Covid-19, il cigno grigio. Un evento prevedibile ma non previsto dimostra la fragilità di un sistema destinato a una riforma strutturale del sistema. L’economia che verrà e la libertà delle reti internet parallele.
Covid-19 non è un ‘cigno nero’, vale a dire un evento imprevedibile e imponderabile. (1) Non sono nuove le zooonosi e i ‘salti di specie’ dei virus, a partire dal morbillo e la peste, nel Medio Evo (2). E le più recenti zoonosi, dall’influenza aviaria alla famiglia dei coronavirus (tra cui MERS e SARS) avevano già rivelato un potenziale pandemico. (3)
È un cigno grigio, piuttosto. Un evento che come molte altre catastrofi poteva e doveva venire considerato. Basti guardare all’elenco di epidemie e crisi – diplomatiche e militari, economiche e ambientali – che nella storia hanno afflitto l’umanità per identificare il vero problema. Società inique e sistemi economici ottusi, tarati sul massimo profitto. Il capitalismo improntato alla stolida ragioneria, nonché esposto alle cicliche implosioni del capitale (finanziario) fittizio, è fallito. (4)
Le ‘scienze’ economiche – del tutto avulse da conoscenza storica, diplomatica e militare (oltreché sociologica, antropologica e culturale) – si confermano fallaci. Ed è ora di mettere in condizione di non nuocere mai più i reggimenti di ‘economisti’ finora assisi a maître à penser e nocchieri dei destini del pianeta. Il mondo non può venire governato da fragili paradigmi economici.
L’esigenza di un sistema economico più resiliente e resistente agli shock esogeni – come le crisi e le epidemie che spesso, forse non a caso, vi seguono (5,6) – è ora sotto gli occhi di tutti. E non ci libererà fino a quando la sua comprensione non imporrà una svolta strutturale nell’economia politica. Da questo principio fondamentale scaturiranno rilevanti cambiamenti nelle global value chain.
John Maynard Keynes – in Autarchia economica e alla Conferenza di Bretton Woods – auspicava un mondo composto di Stati che collaborassero fra loro ma puntassero ciascuno all’autosufficienza nazionale. Rigettando con forza, in età matura, il liberismo globalista che è fonte di profonde distorsioni, ingiustizie economiche e conflittualità. (7)
‘Le idee, il sapere, la scienza, l’ospitalità, il viaggiare, queste sono le cose che per loro natura dovrebbero essere internazionali. Ma lasciate che le merci siano fatte in casa ogni qualvolta ciò è ragionevolmente e praticamente possibile. E, soprattutto, che la finanza sia eminentemente nazionale.’ (John Maynard Keynes. Autarchia economica, 1933).
I ‘guadagni facili’ legati alla delocalizzazione intercontinentale delle produzioni a ‘basso valore aggiunto’ hanno causato la morte da Covid-19 di oltre 110 medici, in Italia, costretti a prestare servizio senza disporre dei dispositivi di protezione individuale necessari. Mentre la Germania bloccava le esportazioni di biomedicali verso quei Paesi, come Italia e Spagna, che hanno abdicato alle loro produzioni in nome della ‘efficienza di mercato’ intra-europea. Ed è la punta dell’iceberg a mostrare come le società nazionali debbano ri-programmare le proprie filiere di approvvigionamento, per garantire l’autosufficienza su beni e servizi essenziali.
L’autonomia guiderà le scelte strategiche degli Stati, in diversi settori:
– alimentare. Il retail, attuale protagonista delle filiere agroalimentari, è destinato a comprendere il valore strategico delle filiere corte. L’agroecologia, come già raccomandato dalla FAO, dovrà venire incentivata proprio per garantire la food sovereignty. Quantità e varietà di produzioni locali ridurranno l’esposizione a rischi di approvvigionamento legati a shock e tensioni dei listini internazionali,
– farmaceutico e biomedicale. La carenza di medicinali e biomedicali – legata a divieti di export in situazioni di emergenza, come si è appena sperimentato – evidenzia la necessità che ogni Paese sia in grado di produrre e mantenere sul proprio territorio le riserve strategiche,
– energia. I singoli Paesi investiranno su una maggiore capacità di produrre energia, affidandosi a un mix più variegato di fonti. Rinnovabili soprattutto, per superare l’era del carbonio che è causa primaria di emergenza climatica. Con l’idea di affrancarsi dalla dipendenza esterna (su petrolio e gas), nonché dai rischi del nucleare,
– elettronica e tecnologia. Tutti i Paesi tenderanno a produrre in loco i componenti essenziali in ambito tecnologico ed elettronico,
– reti di comunicazione. Esigenze di sicurezza e continuity management potrebbero indurre altri Paesi a riprogettazione delle reti di comunicazione, a partire da internet. L’idea di una rete che possa venire disconnessa dal resto del mondo e continuare a funzionare in autonomia, come quella poc’anzi realizzata in Russia, merita considerazione, (8)
– industria primaria. È facile prevedere che tutte le nazioni, nel medio-lungo periodo, creeranno un buffer che consenta loro alcuni mesi di autonomia di produzione nell’industria primaria (acciaio, alluminio, chimica), per fronteggiare eventuali shock. Con una possibile spinta propulsiva allo sviluppo di nuovi processi industriali a minor impatto ambientale, nella logica NIMBY (not in my back yard),
La ri-progettazione delle reti internet imposta dagli Stati per motivi di sicurezza offrirà ulteriore stimolo alla costruzione di reti internet parallele, non controllabili da entità centrali. Proprio come fu internet, agli albori. Già ora si stanno studiando reti Mesh Networks su protocolli LoRa (Long Range), per le transazioni con cripto-monete, senza possibilità che autorità centrali possano controllarle (e disattivarle) su Internet.
Le strategie di censura – introdotte su vari livelli (internazionale e sovranazionale), su impulso delle autorità e/o policy delle Corporation che hanno monopolio globale sui social – negano di fatto i diritti di parola, cronaca e opinione formalmente riconosciuti nelle carte costituzionali dei Paesi degli utenti. Come da anni accade a chi scrive (Masala e Dongo), su Facebook, ogni qualvolta si esprimano pensieri divergenti rispetto al Grande Fratello orwelliano.
Disaster Radio e social network ‘confederati’ sono dunque la nuova frontiera della libertà da sottrarre alla censura di entità centrali (Stati o Corporation) che possano censurarli. Oltre a sistemi peer to peer – integrati con cripto-monete e blockchain – per la condivisione di video, documenti, libri. L’avanguardia cyberpunk mantiene un ruolo fondamentale nella costruzione del mondo futuro, possibilmente migliore. All’azione (degli Stati e delle Corporation), in nome della sicurezza, segue la reazione (delle avanguardie sociali) per la libertà.
Giuseppe Masala e Dario Dongo
(1) Nassim Nicholas Taleb. The Black Swan: The Impact of the Highly Improbable. Random House Trade Paperbacks, 2nd edition, 2010. ISBN 9780812973815)
(2) Furuse Y, Suzuki A, Oshitani H (2010). Origin of measles virus: divergence from rinderpest virus between the 11th and 12th centuries. Virol J 7: 52. doi:10.1186/1743-422X-7-52
(3) De Sabato L, Lelli D, Faccin F, et al. Full genome characterization of two novel Alpha-coronavirus species from Italian bats. Virus Res. 2019;260:60–66. doi:10.1016/j.virusres.2018.11.007
(4) Gianfranco Bellini. La bolla del dollaro, ovvero i giorni che sconvolgeranno il mondo. Odradek, Roma, 2013. ISBN 8896487269
(5) Kenneth Kahn, Oxford University (UK). The ‘Spanish’ Influenza pandemic and its relation to World War I. http://ww1centenary.oucs.ox.ac.uk/?p=2190. Il ‘fattore ecologico’ viene richiamato anche in Pierre-Olivier Méthot, Samuel Alizon. Emerging Disease and the Evolution of Virulence: The Case of the 1918–1919 Influenza Pandemic. Classification, Disease and Evidence. 2015; 7: 93–130. doi: 10.1007/978-94-017-8887-8_5
(6) Correlazioni tra inquinamento ambientale e diffusione di SARS-CoV2. Alcuni spunti su https://www.egalite.org/inquinamento-atmosferico-e-diffusione-di-covid-19-studi-scientifici/
(7) John Maynard Keynes. Autarchia economica, 1933. Testo italiano su https://www.panarchy.org/keynes/autarchia.1933.html
(8) Jane Wakefield. Russia ‘successfully tests’ its unplugged internet. BBC News, 24.12.19, https://www.bbc.com/news/technology-50902496
Giuseppe Masala, scrittore, scrive di economia e di politica internazionale su L'Antidiplomatico e su Contropiano.
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.