La Val di Susa – nota alle cronache per trent’anni di battaglie #noTAV, contro il progetto di Treno Alta Velocità Torino-Lione – si caratterizza tuttora per il trasporto pubblico inaccessibile alle persone con disabilità. Tra treni e bus, sulle tratte extra-urbane, la discriminazione è garantita. Un reportage.
Il trasporto pubblico è un’ottima alternativa alla mobilità individuale, più sostenibile ed economica. Ma è spesso inaccessibile proprio a coloro che ne hanno più bisogno, come le persone con disabilità e problemi di mobilità personale – anziani inclusi – che in molti casi non hanno alcuna alternativa.
L’utilizzo del trasporto pubblico è, a seconda dei casi, impossibile o complicato. A causa di barriere architettoniche e inidoneità dei mezzi che si riscontrano soprattutto nelle periferie e gli hinterland delle grandi città. Come in Val di Susa, una delle più grandi e splendide valli del Nord Ovest italiano, la più grande in provincia di Torino.
L’accessibilità ai treni nella Val di Susa è limitata a 4 stazioni su 19, pari al 21%, le quali sono provviste di banchina a livello delle porte dei treni e ascensori. Ma gli ascensori, per incuria o per vandalismo, sono molto spesso inutilizzabili. E chi si trova in sedia a rotelle – o comunque non è in grado di salire e scendere le scale – non può accedere ai treni o entrare e uscire dalla stazione.
Ciliegina sulla torta, Ferrovie dello Stato ha sostituito i treni che viaggiano sulla tratta della Val di Susa con mezzi antiquati dagli alti gradini, ancor più distanti dal livello delle banchine ferroviarie. Tutti potrebbero prendere il treno in autonomia, come accade nei Paesi civili, se solo i vagoni avessero l’accesso a livello banchina – o le banchine fossero rialzate – e le stazioni avessero ascensori funzionanti. Invece no.
Il servizio ‘Sala Blu’, per l’assistenza nelle stazioni ai passeggeri con mobilità ridotta, è reso necessario proprio dall’ignoranza e l’indifferenza dei vertici di:
– RFI, rispetto all’esigenza di ri-progettare le banchine ferroviarie affinché almeno parte di esse siano rialzate in modo da allinearsi ai vari tipi di treni,
– Ferrovie dello Stato, in merito alla necessità di organizzare i treni (a partire dai relativi ordini) affinché gli accessi ai vagoni siano a livello banchina.
L’assistenza necessitata di Sala Blu, si sottolinea:
– è disponibile in un numero limitato di stazioni ferroviarie,
– deve venire prenotato almeno 24 ore prima della partenza, anche su tratte brevi,
– obbliga i passeggeri a mobilità ridotta a recasi in stazione 30 minuti prima della di partenza,
– è svilente, quando le persone con disabilità vengono caricate sui carrelli elevatori dei quali appunto si potrebbe fare benissimo a meno, se solo una parte di ogni banchina fosse rialzata a livello dei treni.
In Val di Susa si aggiunge poi la variabile ‘navette’, che vengono messe a disposizione degli utenti nei frequenti casi di problemi sulla linea ferroviaria ma sono di norma inaccessibili alle persone con disabilità e mobilità ridotta.
Il Gruppo Trasporti Torinese (GTT), compartecipato del Comune, opera dal 2003 nell’area della città metropolitana di Torino. Il trasporto pubblico nell’area urbana è generalmente accessibile, grazie ai bus provvisti di pedane manuali e la metropolitana di recente costruzione. Basta però provare a muoversi appena fuori dalla città per vivere l’incubo di un trasporto pubblico del tutto inaccessibile, se pur gestito dalla stessa impresa.
36 ore di preavviso sono richieste per prenotare un passaggio su un bus accessibile in area extra-urbana. GTT lamenta di avere troppe linee e troppi mezzi inaccessibili da gestire sul territorio, quando tutti dovrebbero esserlo? Si revochi allora l’appalto per grave inadempimento dell’impresa, ma non si costringano i passeggeri a mobilità ridotta a prenotare con un giorno e mezzo di anticipo un bus che dovrebbe essere accessibile a tutti. Anche la discriminazione ha un limite di decenza.
#Vergogna!
Davide Mangili e Dario Dongo
(1) Dario Dongo. Treni e disabilità in Italia, stop apartheid! Égalité. 17.8.20
Vive in Val di Susa ed è appassionato di viaggi, sport, accessibilità di spazi e servizi alle persone con disabilità e fragilità varie.
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.