Il Tribunale di Roma ha finalmente emesso la prima condanna in Italia – al Comune di Pomezia, nella Città Metropolitana di Roma Capitale – per non avere adottato il Piano di abbattimento delle barriere architettoniche (PEBA). Grazie all’iniziativa giudiziaria dell’Associazione Luca Coscioni.
Solo a maggio 2022 il Comune di Pomezia, incalzato dalle istanze dell’Associazione Luca Coscioni, ha adottato il Piano eliminazione barriere architettoniche (PEBA) prescritto dalla legge 41/1986 entro l’1 marzo 1987.
37 anni di ritardo con un risultato comunque insoddisfacente che è causa di inaccettabile discriminazione di gruppo nei confronti delle persone con disabilità motoria, neurologica e sensoriale.
Il 5 gennaio 2022 il giudice Damiana Colla, diciottesima sezione civile del Tribunale di Roma, ha condannato il Comune di Pomezia a cessare il comportamento discriminatorio mediante:
L’amministrazione di Pomezia è la prima a venire condannata per condotta discriminatoria a causa della mancata adozione del PEBA. Ed è ora di agire nei confronti della gran parte degli oltre 7.000 Comuni d’Italia. A partire da Roma Capitale ove le persone con disabilità sono afflitte e umiliate da barriere architettoniche ubiquitarie come anche Égalité ha mostrato nei propri video.
‘Nonostante la legge n. 41/1986 e la successiva legge n. 104/1992 impongano a tutte le amministrazioni comunali di dotarsi di un P.E.B.A., ad oggi sono pochissimi gli enti locali che lo hanno fatto.
Grazie a questa ordinanza emessa dal Tribunale di Roma, da oggi sarà dunque possibile rivolgersi alla giustizia civile per costringere i Comuni a monitorare e a censire tutte le barriere architettoniche e sensoriali presenti sui loro territori e a programmare nel tempo gli interventi necessari alla loro rimozione’, (avvocato Alessandro Gerardi e Giuseppe Di Bella, Consiglieri Generali dell’Associazione Luca Coscioni).
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.