Il 12 aprile 2024 il Consiglio ha approvato la direttiva per le ‘case green’, già approvata dal Parlamento europeo il 12 marzo, per introdurre l’obbligo di ’efficientamento energetico’ degli edifici a danno e spese della popolazione.
Il ‘merito’ della Energy Performance of Building Directive (EPBD) va alla gran parte degli eurodeputati, che così dimostrano di privilegiare gli interessi speculatovi della finanza rispetto ai diritti e le libertà dei cittadini. (1)
Commissione europea riferisce che gli edifici dell’Unione sarebbero responsabili del 40% dei consumi energetici e del 36% delle emissioni di gas effetto serra, mentre il 75% degli edifici risulterebbero inefficienti dal punto di vista energetico. Per raggiungere l’obiettivo di un’Europa ‘a impatto zero’ entro il 2050 la Commissione europea aveva perciò già annunciato nel 2020, nel presentare il Green Deal, la necessità di ristrutturare gli edifici europei.
Il piano di ristrutturazione, definito come ‘nuovo Bauhaus europeo’, dovrebbe addirittura coinvolgere 35 milioni di unità immobiliari entro il 2030. La riduzione del consumo energetico e l’incremento dell’utilizzo delle fonti rinnovabili, energia solare soprattutto, dovrebbero ovviamente condurre alla riduzione della dipendenza energetica dell’Unione dai combustibili fossili e d’importazione. Nell’illusione di risolvere in breve tempo la crisi energetica indotta dalle sanzioni alla Russia, affidandosi ai pannelli solari Made in China.
La definizione delle prestazioni energetiche viene affidata agli Stati membri, con buona pace agli obiettivi generali di armonizzazione delle regole UE. Tali prestazioni verranno calcolate tenendo in considerazione vari fattori tra i quali l’effetto ‘isola di calore urbano’, il tipo di impianto di riscaldamento e condizionamento, l’utilizzo di fonti rinnovabili, l’illuminazione naturale, la qualità ambientale e così via.
Gli Stati membri adotteranno perciò I ‘requisiti minimi di prestazione energetica’ che gli edifici o le unità immobiliare dovranno raggiungere entro i termini temporali di cui a seguire:
Le prestazioni energetiche degli edifici esistenti dovranno perciò venire migliorate, fino a soddisfare i ‘requisiti minimi di prestazione energetica’ stabiliti a livello UE, con le misure che gli Stati membri adotteranno in quanto ‘necessarie’ per far sì previsti dagli Stati membri stessi (art. 8). Così:
Una tabella di marcia dovrà venire presentata dagli Stati membri per la ristrutturazione progressiva del parco immobiliare, sia residenziale che non, con scadenze specifiche per il 2040 e 2050, data in cui la totalità degli edifici dovrà essere ‘a emissioni zero’ (art. 9). La prima proposta di piano di ristrutturazione dovrà venire trasmessa dagli Stati membri alla Commissione entro il 31 dicembre 2025.
La direttiva introduce precisi obiettivi sulla installazione di pannelli solari: ‘gli Stati membri assicurano l’installazione di impianti solari adeguati, laddove tecnicamente appropriato ed economicamente e funzionalmente fattibile, come segue:
a) entro il 31 dicembre 2026, su tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali con una superficie coperta utile superiore a 250 m2
b) su tutti gli edifici pubblici con superficie coperta utile superiore a:
i) 2.000 m2 entro il 31 dicembre 2027
ii) 750 m2 entro il 31 dicembre 2028
iii) 250 m2 entro il 31 dicembre 2030
c) entro il 31 dicembre 2027, sugli edifici non residenziali esistenti con una superficie coperta utile superiore a 500 m², se l’edificio è sottoposto a una ristrutturazione importante o a un’azione che richiede un’autorizzazione amministrativa per ristrutturazioni edilizie, lavori sul tetto o l’installazione di un sistema tecnico per l’edilizia
d) entro il 31 dicembre 2029, su tutti i nuovi edifici residenziali, e
e) entro il 31 dicembre 2029, su tutti i nuovi parcheggi coperti adiacenti agli edifici’ (articolo 10).
Il testo della direttiva prevede situazioni specifiche che giustificano l’esenzione dal raggiungimento delle soglie minime di efficientamento per singoli edifici non residenziali. Gli Stati membri possono quindi decidere di escludere gli edifici per i quali i lavori sarebbero troppo difficoltosi, ovvero in caso di valutazione negativa tra costi e benefici. E si spera considereranno, tra l’altro, le diverse fonti di energie rinnovabili (es. geotermia).
Ulteriori motivi per richiedere l’esenzione sono l’alto valore storico o architettonico dell’immobile, gli edifici temporanei, le chiese e gli altri luoghi di culto. Per non esentare un numero sproporzionato di edifici, gli Stati membri stabiliscono criteri chiari, precisi e rigorosi per i quali può essere chiesta l’esenzione e consente una valutazione ex ante della quota potenziale di edifici che sarebbe interessato.
Cresme in collaborazione con Fondazione Symbola, Assimpredil Ance e European Climate Foundation ha presentato il rapporto ‘Il valore dell’abitare. La sfida della riqualificazione energetica del patrimonio edilizio italiano’, ove si presentano costi e benefici dell’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare italiano. Che risulta il primo in Europa con oltre 12mila edifici residenziali e 32 milioni di abitazioni.
Il miglioramento delle prestazioni energetiche degli immobili di due sole classi energetiche, ad esempio, si stima richiedere tra i 260 e i 320 miliardi di euro. Il presidente Assimpredil Ance, Regina De Albertis, afferma che saranno necessari ‘incentivi fiscali adeguati’ e rimodulati in base agli interventi da effettuare. (2) Trascurando tuttavia l’ininfluenza dei crediti fiscali per la crescente quota di popolazione europea che oggi versa in condizioni di incapienza fiscale, a causa della povertà di massa indotta dall’economia di guerra voluta dai vertici europei e degli Stati membri. (3)
La buona notizia è che il miglioramento delle prestazioni energetiche consente il miglioramento della qualità della vita delle persone all’interno degli edifici, pubblici e privati. Con una possibile riduzione media del 40% dei consumi energetici familiari, sebbene i loro costi rimangano imprevedibili a causa di diversi fattori in cima ai quali le vergognose speculazioni dei colossi energetici che hanno già macinato extra-profitti esentasse a danno della popolazione europea, negli ultimi due anni.
La pessima notizia è che la grande maggioranza degli eurodeputati anche italiani, con l’avallo dei governi degli Stati membri, ha reso l’ennesimo servizio alla finanza immobiliare. Guardandosi bene dal prevedere appositi stanziamenti (invano promessi nel Green Deal) affinché sia il settore pubblico, e non la popolazione, ad affrontare i trilioni di euro di investimenti previsti nella direttiva ‘case green’. Si evidenzia come l’obbligo di efficientamento energetico a tappe forzate integra una grave limitazione al diritto umano alla proprietà privata.
La finanza vince sempre. Poiché la crisi energetica ha costretto l’industria europea a delocalizzare le produzioni, ed è perciò diminuito il business degli incentivi sulle auto elettriche, la politica a servizio della finanza è andata a colpire il mattone, tuttora la prima destinazione del risparmio privato in Italia.
I cittadini che hanno risparmiato l’intera esistenza per acquistare la prima casa si troveranno così costretti ad accendere nuovi mutui per adeguarsi alle nuove regole, o comunque a subire una considerevole perdita del valore dei propri immobili. Ottime notizie per la finanza creditizia, immobiliare, edilizia.
#Vergogna! #PaceTerraDignità
Dario Dongo
In copertina «Prix de l’immobilier», Dave Graniund, www.davegranlund.com
(1) La proposta di direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia è stata approvata dal Parlamento europeo, il 12 marzo 2024, con 370 voti a favore, 199 contrari e 46 astensioni. Il voto negativo all’ultimo minuto di Italia e dell’Ungheria, così come l’astensione di Repubblica Ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia, si rivelano essere una messinscena pre-elettorale, dopo che gli stessi governi hanno aderito allo sviluppo della direttiva a spese dei cittadini europei https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2024-0129_IT.html
(2) Fondazioni Symbola. Il valore dell’abitare. La sfida della riqualificazione energetica del patrimonio edilizio italiano. https://symbola.net/approfondimento/il-valore-dellabitare-la-sfida-della-riqualificazione-energetica-del-patrimonio-edilizio-italiano/
(3) Già agli albori della guerra in Ucraina il 22% della popolazione europea si trovava a rischio di povertà ed esclusione sociale, secondo Eurostat. E la situazione va inutilmente peggiorando. Si veda il punto 3.D del programma politico di Dario Dongo, candidato alle elezioni europee del 6-9 giugno con il movimento Pace, Terra e Dignità
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.
Laureata in Giurisprudenza all'Università di Bologna, ha frequentato il Master in Food Law presso la stessa Università.