Quasi sei italiani su dieci arrivano a fine mese con grandi difficoltà. L’affitto è un problema per quasi la metà delle famiglie italiane e non fanno eccezione bollette e mutui. Qualche miglioramento c’è rispetto allo scorso anno (aumentano ad esempio le famiglie che non incontrano grandi difficoltà nell’arrivare a fine mese) ma la fotografia scattata dall’Eurispes sulla condizione economica delle famiglie evidenzia in ogni caso un Paese che arranca, che fa fatica e soffre nel far quadrare i conti, che attraversa gli attuali tempi di incertezza barcamenandosi come può. E come fa? Chiedendo aiuto alla famiglia di origine se può, pagando in nero alcuni servizi, risparmiando poco (ci riesce solo il 28,3%) e tagliando sulle spese che mettono più in difficoltà.
Fra le strategie di risparmio e la ricerca di liquidità, i tagli più dolorosi sono quelli alle cure sanitarie. Quasi tre italiani su dieci rinunciano alle cure dentistiche e ai controlli medici. A saltare sono soprattutto dentista e prevenzione ma non mancano coloro che non possono permettersi i medicinali.
“Poco meno di un italiano su tre ha rinunciato a cure/interventi dentistici (29,5%), a controlli medici periodici/preventivi (28,7%) e a trattamenti/interventi estetici (28%). Il 23,1% ha rinunciato a visite specialistiche per disturbi o patologie specifiche, il 17,3% a terapie/interventi medici e il 15,9% all’acquisto di medicinali” (Eurispes Rapporto Italia 2024).
Fotografare il fenomeno della rinuncia alle cure non è facile. E in questo viene in aiuto anche il rapporto Bes dell’Istat che secondo gli ultimi dati (relativi al 2023) indica che il 7,6% della popolazione in Italia ha rinunciato a prestazioni sanitarie per motivi economici, lunghe liste di attesa o difficoltà di accesso.
Sono circa 4 milioni e mezzo i cittadini che hanno dovuto rinunciare a visite mediche o accertamenti diagnostici per problemi economici, di lista di attesa o difficoltà di accesso, con un aumento negli ultimi anni – era il 7% della popolazione nel 2022 e il 6,3% nel 2019, probabilmente anche per il recupero delle prestazioni sanitarie differite per il Covid e la difficoltà a riorganizzare efficacemente l’assistenza sanitaria.
Sono raddoppiate le persone che rinunciano a causa delle liste di attesa: nel 2023 sono il 4,5%, nel 2019 erano il 2,8%. Secondo l’Istat è stabile la rinuncia per motivi economici (da 4,3% nel 2019 a 4,2% nel 2023), ma comunque in aumento dell’1,3% nell’arco di un solo anno, dal 2022 al 2023. (https://www.istat.it/it/files//2024/04/Sintesi-per-la-stampa-BES-2024_160424-.pdf)
Nel suo Rapporto Italia, Eurispes spiega che rispetto allo scorso anno migliorano alcuni indicatori. Rimane però un’Italia che arranca: il 57,4% delle popolazione non riesce ad arrivare a fine mese senza grandi difficoltà; per il 33,1% delle famiglie le bollette sono un problema come lo sono ancor di più l’affitto (45,5%) e le rate del mutuo (32,1%).
Tutto questo genera ritardi nei pagamenti: il 24,8% ammette di aver pagato le bollette con forte ritardo, il 22,1% ha avuto ritardi nel pagamento delle tasse, il 18,5% è stato in ritardo o in arretrato con le rate del condominio e il 14,9% ha saldato in ritardo i conti presso commercianti o artigiani.
Un terzo degli italiani paga in nero alcuni servizi (riparazioni, baby sitter, medici e quant’altro: lo fa il 33,6% degli intervistati) ma alcuni devono rinunciare del tutto – il 37,6% ha dovuto rinunciare alla baby sitter e il 24,3% alla badante (plausibilmente servizi dei quali c’era bisogno per la cura di minori o anziani e per far quadrare l’equilibrio fra lavoro e famiglia).
Il 40,9% dei cittadini afferma che la situazione economica personale e familiare negli ultimi 12 mesi è rimasta stabile ma, con diversa intensità, complessivamente il 35,4% degli italiani denuncia un peggioramento della propria condizione economica, mentre il 14,2% parla di un miglioramento. In tutto questo risparmiare non è affatto facile, tanto è vero che ci riesce solo poco più di un italiano su quattro (28,3%) mentre il 36,8% attinge ai risparmi per arrivare a fine mese.
Come si affrontano le difficoltà economiche?
La famiglia di origine rimane la prima scelta e davanti alle difficoltà economiche “per ottenere liquidità il 32,1% degli italiani intervistati ha chiesto sostegno finanziario alla famiglia di origine; il 17,2% è ricorso al sostegno di amici, colleghi e altri parenti; il 16% ha richiesto un prestito in banca, mentre il 13,6% ha dovuto chiedere soldi in prestito a privati (non amici o parenti) non potendo accedere a prestiti bancari, una nicchia dove chiaramente può essersi insinuata l’usura.
Il 27,5% degli italiani ha ottenuto liquidità mettendo in vendita beni o oggetti su canali di compravendita on line, tipo E-Bay, Vinted, aste online, ecc. e il 15,3% ha dovuto vendere o ha perso beni come la casa o l’attività commerciale/imprenditoriale”.
‘L’economia di guerra in Unione Europea sta aggravando la povertà di massa e la rarefazione dei servizi essenziali. Immani risorse vengono sottratte a scuola, lavoro e welfare, sanità pubblica per il business delle armi di distruzione di massa, la cui unica prospettiva è trascinarci nella terza guerra mondiale. Prima che sia troppo tardi, ed è già tardi, i popoli devono reagire. Nelle strade e le piazze, con le bandiere bianche, e alle elezioni europee, votando per la pace e la neutralità dell’Europa‘, afferma Dario Dongo, fondatore di Égalité e candidato nel Nord-Est per le elezioni europee dell’8 e 9 giugno con il movimento Pace, Terra, Dignità. Qui il suo programma elettorale.
Sabrina Bergamini
(1) Eurispes Rapporto Italia 2024 Sintesi https://eurispes.eu/wp-content/uploads/2024/05/sintesi-colore-1.pdf
(2) Istat Rapporto Bes 2024 Sintesi https://www.istat.it/it/files//2024/04/Sintesi-per-la-stampa-BES-2024_160424-.pdf