Il green pass non funziona. A quattro mesi dalla seconda dose di vaccino anti-Covid-19, la nostra associata Laura ha rischiato di non venire ammessa in pizzeria poiché lo scanner del ristoratore non riconosce il QR-Code impresso sul certificato della Regione Lazio.
Il documento era stato scaricato da Laura seguendo le istruzioni di un sms ricevuto a fine giugno, pochi giorni dopo la seconda dose di vaccino. La Regione Lazio invitava infatti a recuperare l’attestato vaccinale nel sito salutelazio.it/scarica-il-tuo-referto, indicando anche la password da digitare.
Sembrava tutto regolare ma in pizzeria, alla prima occasione di verifica del certificato, è emerso il problema.
Nella ricerca della soluzione il primo passo è stato ripercorrere l’iter indicato dalla Regione Lazio in quel primo sms. Inseriti password, codice fiscale e gli ultimi 8 numeri della tessera sanitaria sul sito web di Regione Lazio, il sistema ha mostrato il certificato vaccinale completo di QR-Code.
Per verificare il codice, Laura ha installato la app VerificaC19, la stessa usata dai ristoratori per ‘leggere’ il QR-Code. E ha scoperto che anche il documento appena scaricato sul sito web di Regione Lazio era errato.
Regione Lazio, sulla stessa pagina web ove viene visualizzato il certificato, indica due vie di assistenza. La prima è un link ‘apri richiesta di supporto‘ che però conduce a una ‘pagina non trovata‘. Forse uno strascico dell’attacco hacker al suo sistema informatico, avvenuto a inizio agosto 2021?
La seconda via indicata nella stessa pagina web è più semplice, in apparenza. Basta telefonare al ‘numero unico regionale’ 0699500. Ma il telefono squilla a vuoto, senza neppure un messaggio vocale registrato. Falliti i tentativi con la Regione Lazio, Laura si è rivolta con il nostro aiuto al ministero della Salute.
Il numero di pubblica utilità 1500, attivato dal ministro della Salute Roberto Speranza il 27.1.20, dovrebbe fornire le sole informazioni di carattere medico. Si è rivelato peraltro utile ad apprendere che il certificato vaccinale rilasciato dalla Regione Lazio è soltanto un ‘referto’, mentre il ‘vero’ green pass è quello rilasciato dal ministero della Salute.
La procedura da seguire è dunque la seguente:
1) recuperare il proprio codice AUTHCODE, inserendo nell’apposita schermata (al link https://www.dgc.gov.it/spa/public/reqauth) il codice fiscale, gli ultimi 8 numeri e la data di scadenza della tessera sanitaria, oltre alla data dell’ultima vaccinazione,
2) inserire il codice AUTHCODE e gli altri dati di cui sopra nella pagina web dedicata https://www.dgc.gov.it/spa/public/home, oppure direttamente nella app Immuni.
Così risolto il problema di Laura, sorge un dubbio. Senza entrare nel merito della legittimità costituzionale delle costrizioni introdotte con il green pass, perché fare perder tempo ai cittadini su un sistema regionale guasto – oltreché inidoneo allo scopo, a prescindere – se il servizio deve comunque venire prestato dal ministero della Salute?
Kafka e il green pass si direbbe essere l’ultima stagione del dramma ’regionalizzazioni’. A vent’anni dalla riforma dell’articolo 114 della Costituzione, i servizi sanitari e quelli a essi correlati sono ancora soggetti a livelli differenziati di prestazioni, da una Regione all’altra. Ancora in attesa che lo Stato definisca i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) su attività da cui dipende la vita dei cittadini.
Marta Strinati e Dario Dongo
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.