Mascherine per tutti? Due solidi studi scientifici, pubblicati dal MIT (Massachusetts Institute of Technology) e da Nature Medicine, suggeriscono l’effettiva utilità del loro impiego diffuso per ridurre i rischi di diffusione della pandemia da coronavirus. Sebbene l’OMS continui a raccomandarne l’uso solo a persone malate a seguito del contagio, caregivers e personale sanitario.
In Italia intanto, iI 3-4.4.20, le Regioni Lombardia, Veneto e Toscana hanno imposto ai loro 19 milioni di abitanti la copertura continua del viso quando si esca di casa, nelle rare occasioni ammesse. Sia pure utilizzando un foulard, una bandana o una kefiah. O una sciarpa, in attesa di ricevere le facemask.
Il 30.3.20 l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha riaffermato che i dispositivi di protezione del viso (mascherine e respiratori) dovrebbero venire utilizzati da tre categorie di soggetti:
– personale sanitario e socio-sanitario a contatto con il virus,
– persone malate che abbiano contratto il virus,
– persone che assistano soggetti in isolamento domiciliare perché contagiati.
Michael J. Ryan, direttore esecutivo del Programma OMS per le Emergenze Sanitarie, si è limitato a evidenziare i benefici di tipo psicologico e sociale, rispetto a un possibile uso di massa delle mascherine. Sottolineando però che i dati scientifici confermati non potevano dimostrare vantaggi in termini di rallentamento della diffusione di Covid-19. (2)
Anzi, secondo l’OMS, l’utilizzo improprio dei dispositivi potrebbe risultare pericoloso e addirittura facilitare la trasmissione del coronavirus. (3) Più plausibile la nota sull’esigenza di prediligere la fornitura delle scorte di dispositivi disponibili a favore di coloro – nella sanità soprattutto – che sono esposti al rischio di contagio every second of every day. (4)
Le uniche misure che finora si sono dimostrate valide, secondo OMS, sono:
3) le regole di distanziamento sociale.
Utile precisazione, l’isolamento domiciliare si sta rivelando problematico poiché, in seguito al lockdown disposto in molti dei 207 Paesi oramai toccati da Covid- 19 (dati al 3.4.20), l’abitazione si trasforma spesso il luogo di trasmissione del virus per eccellenza.
David Heymann, infettivologo a servizio dell’OMS da oltre vent’anni, ha evidenziato gli esiti di uno studio del Massachusetts Institute of Technology (MIT) secondo il quale le particelle virali di Covid-19 potrebbero diffondersi fino a 7-8 metri dopo un’esalazione, un colpo di tosse o uno starnuto di una persona infetta. (5)
Lo studio del MIT supera l’approccio tradizionale di analisi della diffusione di malattie infettive respiratorie, che insiste sulla dicotomia tra droplets (goccioline con diametro > 5-10 µm, le quali tendono a cadere a terra entro breve distanza da chi le ha generate e possono contaminare le superfici) e droplets nuclei (particelle microscopiche, < 5μm, con maggiore capacità di persistenza nell’aria). (6)
I ricercatori si sono invece riferiti a precedenti studi dell’università di Cambridge, ove era stata mostrato come esalazioni, starnuti e tosse siano costituiti non solo da goccioline muco-salivari ma soprattutto da una nuvola multi-fase turbolenta di gas. (7) Una sorta di aerosol che intrappola le particelle, mescolandole all’aria, ne ritarda l’evaporazione e ne agevola la diffusione. Trasportandole – a seconda della velocità con cui vengono emesse, la fisiologia del paziente, le condizioni esterne (umidità, temperatura, flussi d’aria) – fino a 7-8 metri di distanza.
Un piccolo studio su SARS-CoV-2 ha a sua volta dimostrato la circolazione del virus (senza accertarne lo stato attivo) nei sistemi di ventilazione degli ospedali ove erano ricoverati tre pazienti infetti. I casi considerati non sono certo rappresentativi e tuttavia avvalorano quanto verificato dal MIT. (8)
Le raccomandazioni sull’uso di mascherine potrebbero quindi venire riconsiderate, nel senso di promuoverne l’utilizzo da parte delle intere popolazioni. Lydia Bourouiba, la prima autrice dello studio del MIT, evidenzia tuttavia la necessità di accertare al contempo il potere filtrante degli attuali dispositivi rispetto all’aerosol. Poiché ‘currently used surgical and N95 masks are not tested for these potential characteristics of respiratory emissions’. (6)
Nature Medicine ha a sua volta pubblicato uno studio sulla trasmissione di diversi tipi di coronavirus umani stagionali, virus influenzali e rinovirus, sulla base di test sperimentali condotti su volontari nella Regione amministrativa speciale di Hong Kong, tra il 2013 e il 2016.
‘Le maschere chirurgiche per il viso hanno ridotto significativamente la rilevazione dell’RNA del virus dell’influenza nelle goccioline respiratorie e l’RNA del coronavirus negli aerosol, con una tendenza verso una rilevazione ridotta dell’RNA del coronavirus nelle goccioline respiratorie. I nostri risultati indicano che le maschere chirurgiche potrebbero impedire la trasmissione di coronavirus umani e virus influenzali da individui sintomatici’. (10)
L’OMS potrebbe dunque rivalutare l’opportunità di suggerire al mondo intero di proteggere il viso. Riconsiderando, alla luce degli ultimi citati studi, quanto già emerso nello studio dell’Università di Birmingham, pubblicato sul New England Journal of Medicine il 17.3.20. (9) Laddove è stata dimostrata la trasmissione di SARS-CoV-2 per via aerogena (tramite aerosol), con sua possibile permanenza nell’aria fino a 3 ore e capacità di trasmissione superiore alla distanza di sicurezza indicata da OMS (1 metro).
Dario Dongo e Marina De Nobili
Note
(1) https://www.who.int/emergencies/diseases/novel-coronavirus-2019/media-resources/press-briefings
(2) L’utilizzo di massa da parte delle comunità evita per esempio la stigmatizzazione dei positivi a Covid-19. Shuo Feng, Chen Shen, Nan Xia, Wei Song et al. (2020). Rational use of face masks in the COVID-19 pandemic. The Lancet – Respiratory medicine, https://doi.org/10.1016/S2213-2600(20)30134-X
(3) L’utilizzo di massa di mascherine può indurre un illusorio senso di sicurezza e diminuire il livello di attenzione da porre durante le uscite, essendo vittime di una falsa sensazione di sicurezza. Si deve pertanto ricordare che la mascherina o il respiratore non rende immuni
(4) Risposta di Michael J. Ryan (Direttore Esecutivo del Programma OMS sulle Emergenze Sanitarie) a una giornalista che chiedeva delucidazioni sull’obbligo stabilito in Austria di indossare le mascherine nei supermercati
(5) Dr. Heymann, dichiarazioni alla BBC, 2.4.20, https://www.bbc.com/news/science-environment-52126735
(6) Bourouiba L. (2020). Turbulent Gas Clouds and Respiratory Pathogen Emissions: Potential Implications for Reducing Transmission of COVID-19. JAMA, Published online March 26, 2020. doi:10.1001/jama.2020.4756 (https://jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/2763852 )
(7) – Scharfman B.E., Techet A.H., Bush J.W.M., Bourouiba L. Visualization of sneeze ejecta: steps of fluid fragmentation leading to respiratory droplets. Exp Fluids. 2016; 57:24. doi: https://doi.org/10.1007/s00348-015-2078-4
Bourouiba L., Dehandshoewoercker E., Bush J.WM. Violent respiratory events: on coughing and sneezing. J Fluid Mech. 2014; 745:537-563. doi: https://doi.org/10.1017/jfm.2014.88
(8) Ong S.W.X., Tan .Y.K, Chia P.Y., et al. Air, surface environmental, and personal protective equipment contamination by severe acute respiratory syndrome coronavirus 2 (SARS-CoV-2) from a symptomatic patient, JAMA. Published online March 4, 2020. doi: 10.1001/jama.2020.3227
(9) Van Doremalen N., Bushmaker T, Morris DH, Holbrook MG, Gamble A, Brandi N, et al. Aerosol and Surface Stability of SARS-CoV-2 as Compared with SARS-CoV-1. The New England Journal of Medicine. 17.3.20. doi: 10.1056/NEJMc2004973
(10) Nancy H. L. Leung, Daniel K. W. Chu et al. Respiratory virus shedding in exhaled breath and efficacy of face masks. Nat Med (2020). https://doi.org/10.1038/s41591-020-0843-2
(11) Ministero della Salute, Italia, Covid, FAQ n. 4. Cosa posso fare per proteggermi? http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioFaqNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&id=228#6
(12) Gruppo di lavoro I.S.S. Prevenzione e Controllo delle Infezioni. Indicazioni ad interim per un utilizzo razionale delle protezioni per infezione da Sars-Cov-2 nelle attività sanitarie e sociosanitarie (assistenza a soggetti affetti da Covid-19) nell’attuale scenario emergenziale Sars-Cov-2. Istituto Superiore di Sanità (ISS), Rapporto ISS Covid-19 2/2020, 28.3.20
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.
Laureata a Trento in giurisprudenza, segue un master in diritto alimentare a Roma Tre. Appassionata di cibo e vino, tra cultura e tradizione.