Dal tramonto all’alba, Ovest ed Est, Covid-19. Paesi guidati da paradigmi socio-economici diversi affrontano un identico problema.
Le immagini delle ultime settimane segnano il tramonto, a Occidente. File di autocarri militari carichi di bare a Bergamo, ospedali al collasso lì come a Brescia e Milano, eroi della sanità al fronte senza scudi, anziani uccisi al Pio Albergo Trivulzio di Milano e in altre case di cura.
Vi sono poi le fosse comuni nell’isola artificiale di Hart Island (New York, USA) e i piazzali di Las Vegas (Nevada, USA) coi senzatetto inquadrati tra le strisce dei parcheggi.
Alle carenze strutturali di un fragile modello capitalista, incapace di prevedere il ‘cigno grigio’ Covid, si aggiunge la disattenzione agli avvertimenti diramati da Cina e OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità, o WHO) a partire dal 31.12.19.
Wuhan, capitale della Provincia di Hubei (Cina), segnala a WHO il primo focolaio di SARS-CoV-2. In relazione a un’epidemia virale emersa probabilmente il 17.11.19, individuata tra metà dicembre e i primi giorni di gennaio 2020. (1)
Il governo cinese – dopo una prima serie di misure parziali di contenimento (es. chiusura mercato del pesce, distanziamento sociale) – istituisce la zona-rossa a Wuhan (11 milioni di abitanti, 1 milione in più dell’intera Lombardia), il 23.1.20. La misura viene poi estesa all’intera Provincia dell’Hubei (circa 60 milioni di abitanti, poco meno dell’Italia). Il 29.1.20, lo stato di emergenza di livello 1 (massima allerta) è esteso a 31 Province e 44 Prefetture del Paese.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 30.1.20, conferma di essere stata coinvolta con prontezza e si congratula con la Cina per l’efficienza dimostrata. (2) L’eventuale intempestività nella divulgazione delle notizie al grande pubblico si spiega del resto con esigenze tecniche (identificare un nuovo ceppo virale) e di salute pubblica (attuare un piano efficace, prevenire reazioni inconsulte dei cittadini).
Le strategie di contrasto messe in atto in Cina si distinguono per un approccio ‘contenitivo’ e cooperativo. Isolamento a casa della popolazione, sostegno e assistenza a domicilio. (3) In poche settimane 16 ospedali dedicati, ex novo e su strutture esistenti, in modo da isolare i contagiati, nonché proteggere i degenti e non congestionare le strutture sanitarie della zona. (4) Si ricorderanno l’ospedale da 10 mila posti costruito in due settimane e i 1700 medici e infermieri accorsi dalle altre Province. (5)
La metropoli di Wuhan paga un tributo altissimo in termini di vite umane. E tuttavia raggiunge il risultato ‘zero contagi’ in 76 giorni di lockdown totale. Il 9.4.20 riaprono le porte delle case e le attività, sotto vigile sorveglianza sanitaria. (6)
L’intero Paese ha applicato subito misure di distanziamento sociale (sospensione delle feste del Capodanno lunare cinese e altre manifestazioni di massa) e test a campione sulla popolazione. Ciò ha permesso di localizzare con celerità altri piccoli focolai al di fuori della Provincia di Hubei e arrestarne subito la diffusione. I casi di infezione da Covid-19 in Cina attualmente variano dai 114/100.000 abitanti in Hubei a 1,5/100.000 nelle provincie confinanti, fino a 0,5/100.000 in quelle più lontane. (7)
La Corea del Sud, secondo grande Paese a individuare la pandemia, a partire dal 20.1.20, riesce a contenerne la diffusione allo 0,02% della popolazione. Con un tasso di mortalità prossimo al 2% (208 decessi su 10.450 casi verificati, in una popolazione di circa 30 milioni di abitanti). (8)
Merito va alla prevenzione del rischio, stimolata anche dalla cognizione dei suoi pericoli (con buona memoria di SARS-CoV-1). A fronte di un PIL pro-capite inferiore del 10% a quello italiano (31.363 US$ la Corea, 34.483 l’Italia, dati World Bank 2018) la Corea dispone di 12 posti letto in ospedale ogni 1000 abitanti. Oltre il quadruplo dell’Italia (2,8/1000. V. tabella). (9)
Altrettanto merito va al contributo degli specialisti cinesi. I quali hanno fornito esempio dell’efficacia di misure rigide di distanziamento sociale, corridoi diversificati di ricovero per i contagiati. E un capillare lavoro di assistenza sul territorio, con ricerca attiva dei focolai.
La situazione in Cina, Sud Corea e altri Paesi che hanno adottato subito misure efficaci di contenimento sembra ora sotto controllo. La sorveglianza sanitaria rimane attiva e i nuovi focolai segnalati negli ultimi giorni, in prevalenza legati a rientri dall’estero, vengono isolati con immediatezza.
Sul fronte opposto purtroppo si stagliano Europa e USA. I quali rimangono sordi ai richiami dell’OMS (e dei loro stessi virologi) e non adottano alcuna misura preventiva di contrasto al nuovo coronavirus. Sebbene i primi casi siano stati accertati il 19.1.20 in Francia (Parigi, Bordeaux) e il 25-26.1.20 in Italia.
Il ‘paziente zero’ europeo è risultato essere un uomo d’affari di Monaco di Baviera (Germania), che avrebbe contratto Covid-19 da una business partner di Shanghai, incontrata il 20-21.1.20 nel proprio ufficio. (10)
Lo scetticismo e la leggerezza dei sedicenti esperti (‘il virus, benché facilmente trasmissibile, non ha un alto tasso di letalità e il nostro Paese è ben attrezzato per fronteggiare l’emergenza’, Walter Ricciardi, 31.1.20) hanno però la meglio.
Nemmeno lo stato di emergenza sanitaria, dichiarato con delibera 31.1.20 della Presidenza del Consiglio dei ministri, basta a innescare le doverose misure di contenimento e mappatura del virus. Anzi paradossalmente proseguono manifestazioni pubbliche, fiere e incontri politici.
In Lombardia il 27.1.20 – quando il governo istituisce la prima ‘zona rossa’ in provincia di Lodi, primo focolaio esteso riconosciuto – il Presidente della Regione Attilio Fontana si affretta a minimizzare. ‘È poco più di un influenza!’ (sic!). Esattamente un mese dopo si auto-isola. Ma ancora a marzo i politici di Lega e PD si ostinano a minimizzare i rischi. Il segretario PD Nicola Zingaretti vince ‘un corona ‘(virus) alla festa di partito sui Navigli, il 27.2.20. #milanononsiferma ma collassa, accanto a #bergamononsiferma e #brescianonsiferma. Bollicine e disastri.
Ancora in Lombardia, l’8.3.20, le ‘indiscrezioni a mezzo stampa’ sull’imminente istituzione della ‘zona rossa’ scatenano l’assalto delle stazioni ferroviarie. Centinaia di persone fuori controllo trasportano Covid-19 in altre Regioni.
In Bretagna (Francia), il 7.3.20, il sindaco di Landerneau, Patrick Leclerc, benedice una manifestazione pubblica da Guinness dei primati. Oltre 3.500 imbecilli travestiti da puffi giungono da ogni parte del Paese, ove frattanto sono registrati 1.784 casi e 33 decessi.
In Inghilterra, il 12.3.20 Boris Johnson avanza l’idea della herd community (immunità di gregge). Seguono migliaia di morti, in un sistema sanitario già debilitato dalla purga dei Tories (-100 mila unità e -17 mila letti in 10 anni). E lo stesso premier in terapia intensiva.
Una catena di errori e incompetenze favorisce il rapido diffondersi dell’epidemia in Europa e in USA, fuori da ogni controllo e modello previsionale. I tagli drastici alla sanità pubblica commessi nelle ultime decadi costringono addirittura l’uso promiscuo dei luoghi di cura. (11) I quali così divengono centri di contagio per personale sanitario, degenti e parenti.
Le cifre di contagi e decessi in Occidente raggiungono livelli spaventosi, di gran lunga superiori a quelli dell’assai più popoloso Sud-Est asiatico (v. tabella). E i creduti risparmi della prima ora – tra bollicine ai Navigli, puffidioti e greggi non immuni – provoca danni imparagonabili, su una scala diversa. Nell’immediato e nel breve termine.
Covid-19, confronto tra Paesi
(*) Dati OCSE, (**) Dati WHO, COVID-19 Global Report, 10.4.20, (***) V. nota 19
La Repubblica Popolare Cinese, in questi mesi di sforzi immani, sa anche dedicare grandi risorse all’impegno di solidarietà internazionale. Materiali e specialisti sono inviati ove ve ne sia richiesta. La ‘diplomazia delle mascherine’, come viene indicata da alcuni osservatori, si inserisce nel progetto epocale della Belt and Road Initiative, BRI, la Nuova Via della Seta. Più precisamente nella Nuova Via della Seta della Salute. (12) Laddove si prevede di rafforzare i legami internazionali per lo sviluppo culturale (‘una comunità umana con un futuro comune’) ed economico. (13)
La ‘catena globale del supporto solidale’ porta in Italia dalla Cina squadre di medici specialisti e tonnellate di forniture mediche. Provvidenziali ventilatori polmonari, mascherine e schermi facciali, tute protettive, monitor e tutto ciò di cui è subito emersa urgente necessità. (14)
La Russia a sua volta invia in Italia 15 aerei cargo. Laboratori mobili e attrezzature per la disinfezione. Oltre a 120 unità tra medici, virologi ed esperti nella lotta batteriologica, che si recano a Bergamo per la disinfezione e sanificazione di ospedali e residenze per anziani. Seguono le colonne di camion militari ricchi di materiale medico (ventilatori polmonarie, mascherine) e moduli per ospedali da campo. Un Paese amico e solidale sebbene l’Italia, da alcuni anni, continui ad aderire alle sanzioni imposte dagli USA (tramite l’UE) nei suoi confronti. (15)
Cuba – la piccola isola all’avanguardia nella medicina (ove tra l’altro è stato ideato l’interferone – si unisce alla catena di solidarietà internazionale. Comanda in Italia 52 esperti, tra medici e infermieri, già protagonisti di missioni sanitarie contro il virus Ebola, in Africa nel 2014. (16) Altri arrivi sono annunciati in questi giorni.
L’Albania a sua volta ha inviato in Italia una squadra di 30 medici e infermieri. ‘È vero che tutti sono rinchiusi nelle loro frontiere e anche Paesi ricchissimi hanno girato la schiena agli altri. Ma forse esattamente perché noi non siamo ricchi, ma nemmeno privi di memoria, non ci possiamo permettere di non dimostrare all’Italia che gli albanesi e l’Albania non abbandonano mai l’amico in difficoltà.’ (Edi Rama, primo ministro, 28.3.20).
La Polonia è il primo Stato membro UE ad avere offerto aiuti all’Italia. Un’equipe di 15 medici specializzati ha organizzato all’ospedale di Brescia il nuovo ‘reparto polacco’, 12 posti di terapia intensiva. La missione è stata coordinata dall’Istituto Militare di Medicina e dal Centro polacco per l’Aiuto internazionale. Memoria socialista e carità cristiana.
Il Venezuela chavista – il cui aiuto è stato annunciato e poi smentito dall’Assessore alla Sanità della Regione Lombardia Giulio Gallera – si è reso disponibile tramite la sua Ambasciata a inviare aiuti e personale quando se ne fosse stata fatta richiesta.
Il 10.4.20 anche gli USA hanno promesso all’Italia aiuti importanti, con un memorandum che ne sottolinea il triplice scopo. ‘Andremo in aiuto dell’Italia per
– sconfiggere l’epidemia di Covid-19 e mitigare l’impatto della crisi,
– mostrando allo stesso tempo la leadership degli Usa davanti alle campagne di disinformazione cinese e russa, [!?!]
– riducendo il rischio di una nuova infezione dall’Europa verso gli Stati Uniti’,
I Paesi più impegnati nella solidarietà internazionale (tutti quelli sopra citati, fuorché Albania, Polonia e Stati Uniti) sono ancora vittime di sanzioni internazionali, embarghi economici o guerre finanziarie. Rigurgiti di Guerra Fredda, misure sempre ordinate da Washington, talora avallate anche dall’ONU a cui anche l’Italia e l’Unione Europea aderiscono. (17) Misure che affliggono sempre e comunque le popolazioni, in particolare le loro fasce più povere, e soprattutto i bambini.
La pandemia Covid-19 e le cordate internazionali di solidarietà non bastano però a instillare gocce di umanità nel blocco atlantico. La morsa non si allenta, neppure nei confronti dell’Iran che è pure uno dei Paesi più afflitti dal virus. USA, UE e Regno Unito hanno pure bloccato la proposta della Russia all’ONU, firmata da 42 stati membri, per una moratoria temporanea delle sanzioni.
La crisi economica globale che si profila all’orizzonte (con gli indici finanziari internazionali in rapida picchiata e la catena globale di produzione e del commercio in forte sofferenza) aprirà a scenari del tutto nuovi e difficili a prevedersi. Nello scontro intercapitalista, si assisterà a uno spostamento dell’asse egemonico mondiale a favore, molto probabilmente, dei Paesi della BRI (Belt and Road Initiative), guidati dalla Repubblica Popolare Cinese.
È essenziale, per l’Italia e l’Europa, scegliere se rimanere paralizzati al tramonto o se tornare a guardare l’alba:
– restare al guinzaglio degli USA, che il 14.4.20 hanno tra l’altro annunciato di interrompere il proprio contributo all’OMS. (18) Oltre a condurre ciclicamente guerre di aggressione al di fuori delle regole condivise in sede ONU. O magari invece
– recuperare sovranità diplomatica, rivedere i legami classici e guardare a Oriente. Contribuire alla normalizzazione dei rapporti commerciali e politici, partecipare alla creazione di un mondo multipolare e pacifico.
A guidare i rapporti, interni e internazionali, non dovrebbe essere la ricerca del massimo profitto immediato, bensì quella di soluzioni win-win. Negli scambi economici e nella gestione delle crisi. Solidarietà internazionale, rispetto delle differenze, principio di non-interferenza e ricerca del Bene comune.
La Cina – con la Via della Seta e la Via della Seta della Salute – traccia un modello e propone accordi di lungo respiro, multilaterali e pragmatici. Mentre il potere in Occidente ancora tentenna, rischiando che le popolazioni vengano travolte dalla sua stessa ottusità.
Dario Dongo e Maurizio Biena
Note
(1) Dennis Normile, John Coen, Kai Kupfershmidt. Scientist urge China to quickly share data on virus linked to pneumonia outbreak’. Science Magazine, 9.1.20, https://www.sciencemag.org/news/2020/01/scientists-urge-china-quickly-share-data-virus-linked-pneumonia-outbreak#
(2) ‘La velocità con cui la Cina ha identificato l’epidemia, isolato il virus, sequenziato il genoma e condiviso con l’OMS e il mondo è impressionante e lascia senza parole.’ Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale OMS. Dichiarazione resa alla seconda riunione del Comitato di Emergenza IHR (International Health Regulations 2005) sul nuovo Coronavirus, 30.1.20. who.int
(3) Yuri Afroin. Il segreto del successo cinese nella lotta contro il coronavirus: la società civile socialista. (traduzione di Mauro Gemma). Marx XXI, 27.3.20, 30389-2020-03-27-07-06-21 https://www.marx21.it/index.php/internazionale/cina/30389-2020-03-27-07-06-21
(4) Il nuovo ospedale di Wuhan costruito in sei giorni. AGI, 25.1.20, https://www.agi.it/estero/virus_cina_ospedale_wuhan-6945166/news/2020-01-25/
A Wuhan un centro esposizioni diventa ‘ospedale’ d’emergenza. AGI, 5.2.20, https://www.agi.it/estero/wuhan_coronavirus_centro_esposizioni-7011851/video/2020-02-05/
Cina coronavirus, a Wuhan chiusi tutti i 16 ospedali temporanei. Agenzia Nova, 11.3.20, https://www.agenzianova.com/a/0/2845780/2020-03-11/cina-coronavirus-a-wuhan-chiusi-tutti-i-16-ospedali-temporanei
Coronavirus, l’ospedale di Wuhan costruito e finito in 10 giorni. Corriere della Sera, 8.2.20,
(5) Cina, i medici tornano a casa. La città di Wuhan li ringrazia. Askanews, 31.3.20, Wuhan volunteer shares her journey. China Daily, 8.3.20,
(6) Guido Santevecchi. Coronavirus, la luce fuori dal tunnel: lo Hubei riapre le sue porte, Wuhan aspetta fino all’8 Aprile. Corriere della Sera, 24.3.20
Coronavirus, Wuhan riapre le sue porte. Droni, AI, app, tech: le armi della Cina. Affari italiani, 11.2.20,
(7) Commissione Sanitaria Nazionale Cinese (N.H.O.). Dati e grafici pubblicati su wikipedia.org alla voce 2019-20 coronavirus pandemic in mainland China
(8) Angelo Romano. Coronavirus: cosa sta succedendo in Corea del Sud e perchè non esistono ricette pre- confezionate. Valigia blu, 23.3.20,
(9) Dati OCSE
(10) Camilla Rothe et al. Transmission of 2019-nCoV Infection from an Asymptomatic Contact in Germany. N Engl J Med 2020; 382:970-971. doi: 10.1056/NEJMc2001468
(11) Fiorina Capozzi. Coronavirus, la sanità italiana definanziata da dieci anni. Tagliati 43 mila dipendenti e i posti letto sotto la media UE. Ecco tutte le criticità. Il Fatto quotidiano, 5.3.20,
(12) Diego Angelo Bertozzi. Le rotte della Via della Seta della Salute. Osservatorio globalizzazione, osservatorioglobalizzazione.it
(13) Xi Jinping. Costruire una comunità umana con un futuro comune. Central Compilation & Translation Press, Pechino, 2019 (traduzione di Mauro Gemma per marxVentuno edizioni)
(14) Coronavirus, l’aiuto cinese all’Italia: ‘Materiale, esperti e i risultati del lavoro di migliaia di medici. La Stampa, 13.3.20,
(15) Eloisa Covelli. Coronavirus: la Russia invia aiuti all’Italia. EuroNews, 22.2.20,
(16) Fabio Marcelli. Grazie Cuba, grazie ai medici contro il virus! Vergognoso il comportamento degli alleati. Il fatto quotidiano, 29.3.20
(17) Paesi soggetti a sanzioni da parte dei Paesi UE, elenco completo sul sito web del Ministero dell’Economia e delle Finanze, mef.gov.it, sezione Embarghi Finanziari
(18) Il calcolo è poco significativo poiché viziato, al denominatore, dallo scarso numero di tamponi e test sierologici finora eseguiti. La comunità scientifica considera la mortalità da SARS-CoV-2 variare tra l’1,5 e il 3% circa, in linea con quanto osservato in Cina. Altri fattori – quali l’eta media della popolazione, lo stato di salute generale, clima e capacità del sistema sanitario – possono comunque influire su questo dato
(19) Per ottenere valori confrontabili sulla percentuale di contagiati si è considerata la sola popolazione della provincia dell’Hubei, mentre il numero di contagi è riferito all’intera Cina continentale. Il valore calcolato è quindi superiore al dato effettivo.
Charlie Campbell. A Crime Against Humanity. Why Trump’s WHO Funding Freeze Benefits Nobody. Time, 15.4.20, https://time.com/5821122/who-funding-trump-covid19-coronavirus-china/
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.