Covid-19 sembra avere condotto alla paralisi della sanità, a livello globale. Si sono fermati i servizi di cura per varie malattie trasmissibili e non, anche di urgenza. Ivi comprese le terapie oncologiche e psichiatriche, i programmi di nutrizione dei minori malnutriti, quelli socio-assistenziali a favore dei disabili. Non da ultimo, anche le vaccinazioni. Il rapporto OMS (o WHO, World Health Organization) rivela la crisi dei sistemi sanitari di 105 Paesi (1,2).
OMS esprime grande preoccupazione per l’impatto del coronavirus sui servizi sanitari dell’intero pianeta. Le conquiste ottenute negli ultimi vent’anni rischiano di venire spazzate via in breve tempo, come già accaduto in alcune aree geografiche a causa di emergenze umanitarie causate da guerre o precedenti epidemie (es. Ebola).
‘Il collasso dei servizi sanitari essenziali – tra cui promozione della salute, servizi di prevenzione, diagnosi, trattamento e servizi riabilitativi e palliativi – rischia di avere gravi effetti negativi sulla salute, specialmente sulle popolazioni più vulnerabili, come bambini, anziani, persone che convivono con malattie croniche o disabilità e gruppi minoritari.’ (2)
L’OMS ha condotto un sondaggio, tra maggio e luglio 2020, interpellando i ministri della Salute di 159 Paesi. Il 90% dei 105 Paesi che hanno risposto al questionario ha segnalato interruzioni ai servizi sanitari essenziali a causa della pandemia Covid-19. (1) E i Paesi a basso-medio reddito, come prevedibile, hanno riconosciuto le maggiori difficoltà.
‘È ragionevole anticipare che anche una modesta interruzione dei servizi sanitari essenziali potrebbe portare a un aumento della morbilità e della mortalità per cause diverse dal COVID-19 nel breve, medio e lungo termine’. (2)
Molti servizi di routine e servizi elettivi sono stati sospesi mentre l’assistenza critica – come lo screening, le terapie oncologiche e per l’HIV – hanno subito pericolose interruzioni nei Paesi a basso reddito. Il 66% degli Stati aveva identificato una serie di servizi sanitari essenziali da mantenere attivi durante la pandemia. Ma le loro interruzioni – parziali (-5-50%) o gravi (>50%) – sono state segnalate quasi dappertutto.
I servizi sanitari più colpiti sono quelli di vaccinazione (70%), diagnosi e cura di malattie non trasmissibili (69%), pianificazione familiare e contraccezione (68%), trattamento per malattie mentali disturbi della salute (61%), diagnosi e cura del cancro (55%). Oltre a interruzioni nella diagnosi e il trattamento di malaria (46%) e tubercolosi (42%).
‘Sono stati investiti tutti i servizi, compresi i servizi essenziali per malattie trasmissibili, malattie non trasmissibili, salute mentale, salute riproduttiva, materna, neonatale, infantile e adolescenziale e servizi nutrizionali. I servizi di emergenza sono stati i meno interrotti, sebbene 16 paesi abbiano segnalato interruzioni in tutti i servizi di emergenza’. (2)
Quasi un quarto dei 105 Paesi che hanno risposto alla consultazione ha rivelato il blocco dei servizi di emergenza potenzialmente salvavita. Con interruzione di servizi h24 di pronto soccorso (nel 22% delle nazioni), trasfusioni urgenti (23%), chirurgia d’urgenza (19%).
Perché la sanità si è fermata? Hanno pesato un insieme di fattori sia sul lato della domanda che dell’offerta. Le persone sono rimaste a casa in lockdown, spesso prive dei soldi in molti Paesi necessari per accedere ai servizi sanitari. Molte visite ambulatoriali sono state cancellate, medici e infermieri sono stati dirottati all’emergenza Covid lasciando scoperti altri reparti.
Il 76% delle amministrazioni sanitarie nazionali ha segnalato riduzioni dell’assistenza ambulatoriale a causa della minore domanda e altri fattori come lockdown e difficoltà economiche. Sul lato dell’offerta ha pesato la cancellazione delle cure mediche (66%), anche a causa della redistribuzione del personale per fornire assistenza COVID-19 (49%). Altri servizi sanitari sono saltati a causa dell’interruzione delle forniture di attrezzature mediche e prodotti sanitari.
Solo chi paga riesce a salvarsi, o comunque a ottenere le cure necessarie, affidandosi alla sanità privata. L’ingiustizia sociale è al culmine, la copertura sanitaria universale un miraggio, al di fuori della sola Cina. E dei pochi altri Paesi, in prevalenza a trazione comunista o socialista, che hanno saputo affrontare meglio di altri il cigno grigio del nuovo coronavirus.
Sabrina Bergamini e Dario Dongo
Note
(1) WHO (World Health Organization). In WHO global pulse survey, 90% of countries report disruptions to essential health services since COVID-19 pandemic. Comunicato stampa 31.8.20,
https://www.who.int/news-room/detail/31-08-2020-in-who-global-pulse-survey-90-of-countries-report-disruptions-to-essential-health-services-since-covid-19-pandemic
(2) WHO. Pulse survey on continuity of essential health services during the COVID-19 pandemic, Interim report. 27.8.20,
https://www.who.int/publications/i/item/WHO-2019-nCoV-EHS_continuity-survey-2020.1
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.