Create Connections – organizzazione che si occupa di formazione professionale gratuita a persone con disabilità e altre ‘categorie protette’ senza lavoro – ha avviato un nuovo corso online.
Un’opportunità formativa che potrebbe contribuire a ridurre il tasso di disoccupazione delle persone con disabilità, che in UE è doppio rispetto a quello dei ‘normodotati’.
La pandemia del resto ha forzatamente sdoganato il concetto di smart working e i datori di lavoro possono così, una volta tanto, ricordare l’esistenza della legge 68/1999.
L’ultimo corso organizzato da Create Connections aspira a formare addetti alla segreteria in smart working. La didattica comprende la gestione delle attività di segreteria nei diversi aspetti tecnici, organizzativi e tecnologici. Con particolare riguardo ai flussi di comunicazione, l’organizzazione di agende e calendari di lavoro, riunioni e trasferte, burocrazia.
Il corso, in modalità a distanza, è rivolto a persone in stato di disoccupazione o inoccupate – tra i 18 e i 60 anni – che appartengano alle categorie ‘protette’ dalla legge 68/99. 4 ore al giorno, dal lunedì al venerdì, per un totale di 100 ore. Informazioni e iscrizioni su https://bit.ly/35pulkb, telefono/Whatsapp +39 392 9889026, email info@createconnections.it, pagina Facebook https://www.facebook.com/DiversAbilityCreate.
Il lavoro, sotto molteplici punti di vista, è una delle attività principali dell’esistenza umana. Esso infatti:
– incide sulla qualità della vita delle persone, in termini di sussistenza e indipendenza economica,
– permette a ogni individuo di assumere un ruolo attivo nella società e di contribuire all’andamento, al divenire della stessa,
– concorre alla realizzazione di se stessi e permette la costruzione di relazioni sociali.
L’attività lavorativa – nell’includere ambiti economici, individuali e sociali – contribuisce a strutturare la personalità e favorisce l’equilibrio psicologico delle persone. Per questi motivi il lavoro dovrebbe offrire condizioni e sollecitazioni adeguate in base alle capacità di risposta che ogni individuo presenta, nel compromesso tra le richieste di un’organizzazione e le esigenze soggettive delle persone.
Tali considerazioni sul lavoro sono valide per tutti, comprese le persone con disabilità. Un’occupazione aiuta le persone portatrici di handicap a essere indipendenti, avere un ruolo come cittadini attivi, incrementare il proprio capitale sociale e quindi venire integrati nella società.
Numerosi studi sulle prestazioni lavorative delle persone con disabilità hanno dimostrato come esse offrano performance ottimali, a volte migliori rispetto ai propri colleghi ‘normodotati’ (v. bibliografia). E tuttavia la situazione occupazionale delle persone con disabilità rimane del tutto sconfortante.
Tutti aspirano a ottenere un lavoro, proprio perché lavorare è un’esperienza a cui ci prepariamo durante la nostra vita, a partire dalla fase di formazione scolastica. I bassi tassi di occupazione dei portatori di handicap possono derivare da una serie di fattori, come la presenza di aziende con culture organizzative poco aperte nei confronti della diversità.
La stigmatizzazione dei ‘disabili’, considerati a priori improduttivi e inefficaci per via delle loro caratteristiche fisiche, è un dato reale che supera l’ipocrisia del pietismo. Le persone con disabilità d’altra parte hanno difficoltà ad aggiornare la formazione rispetto alle mutevoli esigenze del mercato. Ringraziamo dunque Create Connection per le preziose iniziative di formazione.
Albertina Pretto e Dario Dongo
(1) Dario Dongo. Povertà ed esclusione sociale. Égalité. 19.10.19, https://www.egalite.org/poverta-ed-esclusione-sociale/
(2) Dario Dongo, Elena Bosani. Disabilità e accesso al mercato del lavoro. Progetto di linee guida UE. Égalité. 7.2.21, https://www.egalite.org/disabilita-e-accesso-al-mercato-del-lavoro-progetto-di-linee-guida-ue/
Hall F.S., Hall E.L. (1994). The ADA: Going Beyond the Law. The Academy of Management Executive, 1994-1, pp. 17-26.
Hernandez B. e McDonald K (2010). Exploring the Costs and Benefits of Workers with Disabilities. Journal of Rehabilitation. 2010-3, pp. 15-23.
Pretto A. (2016). Prigionieri di una diagnosi. Punti di vista sulla disabilità (Libreriauniversitaria.it, Padova).
Stone E.F., Stone D.L., Dipboye R.L. (1992). Stigmas in Organizations: Race, Handicaps, and Physical Unattractiveness. In Issues, Theory and Research in Industrial and Organizational Psychology, a cura di K. Kelley, New York, Elsevier, 1992, pp. 385-457.
Dopo la laurea in Sociologia all’Università di Trento, ha conseguito un dottorato di ricerca in ‘Psicologia delle Organizzazioni: processi di inclusione ed esclusione’ presso l’Ateneo di Verona. Attualmente collabora con EURCECOM (Center of Studies of the Contemporary Communication in Europe) ed è membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana di
Sociologia della Salute.
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.