È prevista per il primo trimestre del 2022 l’adozione da parte della Commissione europea del Piano di lavoro sulla progettazione ecocompatibile (ecodesign) e sull’etichettatura energetica 2020-2024 (1). Il piano fisserà le priorità per l’adozione di una specifica normativa sui prodotti che rientrano in questo ambito. Ma per gli ambientalisti arriverà con un ritardo di almeno due anni.
‘Le norme sulla progettazione ecocompatibile e sull’etichettatura energetica si sono rivelate uno degli strumenti più efficaci dell’UE per promuovere l’efficienza energetica, contribuendo a circa la metà dell’obiettivo di risparmio energetico per il 2020. Inoltre, le norme sulla progettazione ecocompatibile hanno iniziato ad affrontare la questione di un uso più efficiente dei materiali nella progettazione dei prodotti‘, spiega la Commissione europea (1).
La progettazione ecocompatibile stabilisce norme minime europee per eliminare dal mercato i prodotti meno performanti, mentre le etichette energetiche danno un’informazione chiara sull’efficienza energetica e su altre caratteristiche importanti dei prodotti tecnologici, che permettono ai consumatori di fare scelte più consapevoli e – potenzialmente – migliori anche dal punto di vista della bolletta energetica, oggi soggetta a forti tensioni per l’aumento dei prezzi delle materie prime.
‘Si stima che la legislazione dell’UE in materia di etichettatura energetica e progettazione ecocompatibile consentirà un risparmio energetico di circa 230 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) entro il 2030. Per i consumatori questi dati si traducono in un risparmio medio in bolletta fino a 285 euro all’anno. Inoltre, le misure di efficienza energetica creeranno entrate supplementari pari a 66 miliardi di euro per le imprese europee’. (2)
Etichettatura energetica ed ecodesign sono importanti per migliorare l’uso dell’energia. Ma oggi la normativa va aggiornata, e anche rapidamente, perché le sfide si sono moltiplicate.
Ci sono le innovazioni tecnologiche che corrono, l’esigenza di fronteggiare una crisi climatica sempre più grave – spreco di energia e produzione di elettrodomestici in eccesso e non facilmente riparabili non sono più sostenibili – e le istanze dell’economia circolare. La roadmap tracciata dalla Ue sembra però già in ritardo con i tempi, considerato anche gli attuali costi dell’energia (in grandissimo aumento) e le possibilità di risparmio per le famiglie, che con i ritardi vengono vanificati.
L’ecodesign insomma, come denunciano gli ambientalisti dell’European Environmental Bureau (EEB), aiuta a raggiungere gli obiettivi climatici e dell’economia circolare ma viene trascurato. E questo significa maggiori emissioni e bollette energetiche più elevate per i cittadini.
Le etichette energetiche sono già cambiate. A marzo di quest’anno ha fatto il suo esordio la nuova etichetta energetica. La modifica più importante è stato il ritorno alla scala di valutazione A-G, che indica massimo e minimo di efficienza energetica. La scala è concepita in modo che all’inizio siano pochissimi i prodotti ad avere la classificazione migliore, la A appunto, per includere in futuro prodotti più efficienti nella classe energetica più alta. Questo dovrebbe evitare anche la confusione del consumatore, che difficilmente riesce a valutare la differenza fra un prodotto etichettato come A++ e uno come A+++.
Finora l’etichetta energetica è stata un fattore chiave per aiutare i consumatori a scegliere prodotti più efficienti dal punto di vista energetico. Quest’anno sono stati ‘riscalati’ secondo la nuova etichetta cinque gruppi di prodotti: frigoriferi e congelatori, lavastoviglie, lavatrici, televisori e semplici monitor, lampade (per lampadine e lampade con sorgenti luminose fisse la nuova etichetta è arrivata il 1° settembre 2021).
‘Poiché un numero sempre maggiore di prodotti ha raggiunto le classi A +, A + + o A + + + secondo la scala attuale, la modifica più importante delle nuove etichette è il ritorno alla più semplice scala A-G, più rigorosa e concepita in modo che pochissimi prodotti siano inizialmente in grado di ottenere la classificazione A, lasciando un buon margine all’inclusione di prodotti più efficienti in futuro. I prodotti energeticamente più efficienti presenti ora sul mercato saranno infatti, di norma, etichettati B, C o D. Le etichette contengono elementi nuovi, tra cui un link QR a una banca dati a livello UE che consentirà ai consumatori di trovare maggiori dettagli sul prodotto. Il 1º marzo entrerà in vigore anche una serie di norme sulla progettazione ecocompatibile, in particolare per quanto riguarda la riparabilità e l’obbligo per i fabbricanti di tenere a disposizione i pezzi di ricambio per un certo numero di anni anche dopo che i prodotti non sono più immessi sul mercato’. (3)
Altri gruppi di prodotti saranno riscalati nei prossimi anni: asciugatrici, apparecchi per il riscaldamento d’ambiente locale, condizionatori d’aria, apparecchi di cottura, unità di ventilazione, armadi frigoriferi professionali, apparecchi per il riscaldamento d’ambiente, scaldacqua, caldaie a combustibile solido. L’obiettivo ambizioso è poi quello di estendere la norma ad altri prodotti, anche quelli non inclusi nella classificazione energetica, entro il 2023, a partire da smartphone e tablet, smart tv e pc portatili.
Le norme sulla progettazione ecocompatibile sono anch’esse uno strumento per migliorare le prestazioni ambientali dei prodotti, fissando norme minime obbligatorie per la loro efficienza energetica. Nella progettazione ecocompatibile rientrano la riparabilità e riciclabilità dei prodotti, con l’inclusione di elementi volti a migliorare ulteriormente la riparabilità e la riciclabilità degli apparecchi.
Fra le nuove misure previste dalla Ue ci sono determinati requisiti, ad esempio quello di rendere i pezzi di ricambio più facilmente sostituibili e garantire che i pezzi di ricambio e le informazioni sulla riparazione e la manutenzione siano disponibili per gli utilizzatori finali e i riparatori professionisti, a seconda dei casi, per una durata minima di 7-10 anni a seconda del prodotto.
La tabella di marcia fissata dalla Ue per il piano 2020-2024 è però già in ritardo secondo l’EEB (European Environmental Bureau). Per la Federazione, i ritardi nell’ecodesign minacciano il raggiungimento degli obiettivi climatici al 2030. E il prezzo verrà pagato dalle famiglie.
‘Il piano di lavoro per la progettazione ecocompatibile e l’etichettatura energetica per il periodo 2020-2024 è ancora in fase di sviluppo e dovrebbe essere adottato con un ritardo di almeno due anni‘, denunciava già a settembre di quest’anno l’EEB.
La sigla chiede alla Commissione europea di destinare risorse appropriate alle politiche di progettazione ecocompatibile e di etichettatura energetica. Invece i ritardi nello sviluppo di queste politiche causano 10 milioni di tonnellate (CO2eq) di emissioni aggiuntive ogni anno entro il 2030, secondo l’analisi di ECOS e dell’European Environmental Bureau (EEB) per la campagna Coolproducts (4).
Secondo l’EEB la Commissione europea la sta tirando per le lunghe nello sviluppo di norme sulla progettazione ecocompatibile e sulla etichettatura energetica dei prodotti, soprattutto a causa della mancanza di risorse. A queste politiche insomma non verrebbe dato il rilievo, e le risorse, che meritano. A oggi inoltre, spiega l’EEB, è stato completato solo il 25% degli aggiornamenti previsti per il periodo 2016-2019.
L’EEB stima che i ritardi nelle politiche di progettazione ecocompatibile e di etichettatura energetica costeranno ai consumatori 40 miliardi di euro entro il 2030.
‘Questi ritardi hanno un impatto tangibile sull’ambiente e sui consumatori: entro il 2030 i ritardi nel piano di lavoro si tradurranno in quasi 10 milioni di tonnellate di emissioni di CO2eq all’anno, pari a 5 milioni di auto, all’incirca il numero registrato in Belgio. In più, i consumatori potrebbero risparmiare 40 miliardi di euro sulla bolletta energetica tra il 2020 e il 2030. Così com’è la situazione, una famiglia media europea spenderà 110 euro in più per l’energia entro il 2030, come risultato diretto di politiche inadeguate‘. (4)
Dalle sole politiche di ecodesign ed etichettatura energetica potrebbero invece arrivare circa un terzo dei risparmi necessari per raggiungere l’obiettivo dell’UE di riduzione delle emissioni del 55% per il 2030.
Se l’Europa rafforzasse la sua politica di ecodesign ed etichettatura energetica, si potrebbero risparmiare 58 milioni di tonnellate di Co2 in più l’anno. È più o meno l’equivalente delle emissioni annuali dell’Ungheria, ed è quasi il 4% degli sforzi necessari per raggiungere l’obiettivo di riduzione del 55%.
Sabrina Bergamini
Efficienza energetica ed economia circolare – piano di lavoro sulla progettazione ecocompatibile e l’etichettatura energetica 2020-2024 https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation/have-your-say/initiatives/12852-Efficienza-energetica-ed-economia-circolare-piano-di-lavoro-sulla-progettazione-ecocompatibile-e-letichettatura-energetica-2020-2024_it
Etichettatura energetica e progettazione ecocompatibile, Commissione europea https://ec.europa.eu/info/energy-climate-change-environment/standards-tools-and-labels/products-labelling-rules-and-requirements/energy-label-and-ecodesign/about_it
Commissione europea marzo 2021 https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_21_818
Dossier Coolproducts https://www.coolproducts.eu/wp-content/uploads/2021/09/EEB_ECOS-Delays-in-ecodesign-report.pdf