All’emergenza Covid-19 se ne aggiunge una potenzialmente ancor più grave, poiché i suoi effetti sanguinari sono destinati a protrarsi nei decenni. Ci si riferisce al MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) e al fondo ‘salva (anzi divora)-Stati’.
Il 16.3.20 i ministri dell’economia e delle finanze degli Stati membri in area Euro avrebbero dovuto procedere all’approvazione definitiva, all’unanimità, dell’accordo politico già raggiunto nei mesi scorsi. (1) Il voto è stato rinviato all’ultima ora per l’emergenza coronavirus, come riferito dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.
Se e quando i ministri effettivamente procederanno alla firma, il nuovo Trattato sarà sottoposto all’adesione formale dei rappresentanti dei governi, in una riunione successiva. Dopo di che avrà inizio il processo di ratifica dei Parlamenti nazionali, che potrà richiedere circa un anno.
Le banche italiane stanno crollando in borsa, con picchi negativi da record a Piazza Affari che non possono venire attribuiti alla sola emergenza Covid-19. E il famigerato spread – vale a dire il rapporto tra i rendimenti dei titoli di Stato italiani, a raffronto con quelli tedeschi (Btp/Bund) – ha ripreso a salire.
L’Italia avrà bisogno di enormi finanziamenti, anche per fare fronte al lockdown imposto dall’emergenza coronavirus. Ma a quanto pare non potrà confidare in misure straordinarie di erogazione di liquidità da parte della Banca Centrale Europea (BCE).
I finanziamenti della BCE saranno dunque vincolati all’attivazione del Meccanismo Europeo di Stabilità. Come chiarito, all’alba dell’emergenza Covid, dal presidente della Bundesbank Jens Weidmann. (2) In pratica, gli Stati membri (come l’Italia) che hanno bisogno di liquidità devono seguire le procedure ordinarie, attivando il MES e firmando un Memorandum of Understanding (MOU) in ‘stile greco’. La catastrofe socio-economica.
Gli ‘economisti’ che hanno offerto sostegno ideologico alla tragedia greca invocano l’approvazione di norme capestro, in vista dell’Unione Bancaria. Tali norme prevedono la ponderazione dei titoli di stato dei diversi Stati nel portafoglio titoli delle banche. Il c.d. doom loop (letteralmente, circolo vizioso) tra banche e governi.
Una spirale catastrofica che solo gli affamatori di popolo possono fare propria. Poiché in una situazione di crollo generalizzato la logica di ‘spalmare il rischio’ – nello spazio e la diversificazione degli asset class (es. depositi, titoli di Stato, conti correnti) non può funzionare.
Il teorema di Risk-Weighted Assets (RWA, v. nota 4) si è infatti già rivelato fallimentare nella crisi finanziaria globale del 2008.
In Italia l’allocazione dei risparmi/capitali è ora fortemente concentrata sui titoli di Stato italiani. Ma questa situazione, ad avviso degli affamatori di popolo, andrebbe ribaltata con la scusa dell’effetto contagio banche-governo. Il teorema si rivela fallace anche sotto questo profilo, guardando all’esempio delle banche spagnole. Le quali hanno una distribuzione più incentrata sull’estero, con centinaia di miliardi impelagati in quell’Argentina che non riesce manco a pagare le rate dell’FMI e in quella Turchia impegnata in due guerre a bassa intensità (Siria e Libia). Oltre a rischiare uno scontro con la Grecia.
Perché allora i tedeschi vorrebbero una allocazione meno incentrata sul nazionale da parte dell’Italia? Per convogliare verso gli asset tedeschi una parte del risparmio italiano. E con quali effetti? I tassi sui Bund – già negativi – si abbasserebbero ulteriormente, sottoponendo i capitali esteri a essi vincolati a una ‘patrimoniale di fatto’. Così i risparmiatori italiani, senza neppure essere in grado di affrontare le spese per l’emergenza sanitaria nel Bel Paese – pagheranno invece quelle tedesche.
L’adesione al teorema degli affamatori ovviamente farà salire i tassi dei titoli italiani – e così il fatidico spread – proprio a causa della mancanza di afflusso del risparmio italiano. E a quel punto lo Stato italiano sarà definitivamente costretto ad attivare il ME. Firmando un Memorandum of Understanding – o meglio, una purga prussiana – che vincolerà l’Italia per decine di anni a sanguinose misure di austerity. Sulla base delle decisioni di una società privata di diritto lussemburghese. Questo è il MES. (5)
Il disegno finale si concretizza in una riedizione di quanto accaduto in Europa con la crisi finanziaria iniziata nel 2008. Il primo che cade, allora la Grecia, viene dato in pasto dagli altri che così si rafforzano (anziché condividerne le sofferenze. Germania e Francia, per buona memoria, erano i primi finanziatori della repubblica ellenica). È il gioco degli avvoltoi e questa volta i primi a rischiare di cadere siamo proprio noi.
Una petizione per opporsi all’approvazione e alla ratifica del MES è stata lanciata su Change.Org. Aderirvi e promuoverla è il minimo che si possa fare. In attesa di scendere nelle piazze, quando il Covid lo permetterà.
Giuseppe Masala e Dario Dongo
Note
(1) Mes: ok a riforma atteso nell’Eurogruppo del 16 marzo. Ansa, 6.3.20, http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2020/03/06/mes-ok-a-riforma-atteso-nelleurogruppo-del-16-marzo_bfdffadc-9ab1-45f8-972d-e957672a4e63.html
(2) Coronavirus: Weidmann (BundesBank), no a nuove misure della BCE. Luca Fiore, Money, 28.2.20, https://www.money.it/Coronavirus-Weidmann-BundesBank-no-nuove-misure-BCE
(3) Doom loop, la zavorra dei titoli di Stato che affonda le banche. Come se ne esce? Francesco Lenzi, 14.6.18, Econopoly – Il Sole 24 Ore, https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2018/08/14/doom-loop-titoli-di-stato-banche/?refresh_ce=1
(4) Risk Weighted Assets (RWA), una spiegazione su Bankpedia, http://www.bankpedia.org/index.php/it/125-italian/r/23636-risk-weighted-assets-rwa-enciclopedia
(5) I costituzionalisti dovranno poi spiegare su quali basi di diritto il Parlamento italiano e il governo potranno vincolare le proprie decisioni di politica economica (es. approvazione delle leggi finanziarie) al placet di una società privata di diritto lussemburghese. Un colpo di Stato.
Giuseppe Masala, scrittore, scrive di economia e di politica internazionale su L'Antidiplomatico e su Contropiano.
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.