Gli indicatori demografici per l’anno 2022, pubblicati da ISTAT il 7 aprile 2023, confermano le tendenze in crescita della prevalenza in Italia di anziani, e così anche di disabili. (1)
Il sistema di welfare – la cui spesa tuttora si basa sulle pensioni (94%, a fronte di una media europea del 70%. V. nota 2) – va ripensato in una logica di inclusione e servizi di assistenza.
‘Nel 2022 i nati sono scesi, per la prima volta dall’unità d’Italia, sotto la soglia delle 400mila unità, attestandosi a 393mila’. Questo fenomeno è attribuito, tra l’altro, al ‘progressivo invecchiamento della popolazione femminile nelle età convenzionalmente considerate riproduttive (dai 15 ai 49 anni)’.
Gli ultracentenari a loro volta raggiungono nel 2022 il più alto livello storico, sfiorando la soglia delle 22mila unità, oltre 2mila in più rispetto all’anno precedente. ‘Nel corso degli ultimi 20 anni, grazie a un incremento di 15mila unità, il numero di ultracentenari è triplicato’.
‘Il processo di invecchiamento della popolazione è proseguito, portando l’età media della popolazione da 45,7 anni a 46,4 anni tra l’inizio del 2020 e l’inizio del 2023.’
Gli over-65 a inizio 2023 sono 14,177 milioni di individui, pari al 24,1% della popolazione totale (+0,3% rispetto al 2022). La loro concentrazione è maggiore al Centro e Nord Italia (24,7%, 24,6%), inferiore al Sud (23%).
Gli over-80 sono 4,530 milioni, cioè il 7,7% della popolazione totale (+0,1%, nonostante la super-mortalità innescata da Covid). L’8,2% della popolazione totale al Nord e al Centro, il 6,8% nel Mezzogiorno.
La Liguria è la regione più anziana, con il 28,9% di over-65 e il 10,4% di ultra 80enni. A seguire il Friuli-Venezia Giulia (26,9% e 9,1%) e l’Umbria (26,8% e 9,2%).
La Campania è invece la Regione con le percentuali più basse di over-65 e over-80 (20,6% e 5,6%), seguita da Trentino-Alto Adige (21,8% e 7%) e Sicilia (22,9 e 6,7%).
I giovani e le persone in età attiva diminuiscono di pari passo:
‘Sono quasi 13 milioni, spesso vivono da sole e i servizi loro dedicati sono scarsi, come pure le risorse stanziate a loro favore (28 miliardi di euro, quasi tutti impiegati per erogare pensioni. Dati 2018) le persone disabili in Italia, assistite spesso da famiglie sempre più in difficoltà, perché devono sopperire alle mancanze delle istituzioni nazionali e locali. In più, nel nostro Paese quasi una persona disabile su tre (32,1%) è a rischio di povertà’. (2)
L’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane – diretto dal professor Walter Ricciardi, presso la sede di Roma dell’Università Cattolica – offre i dati aggiornati su disabili e anziani, condizioni di salute ed economiche, prestazioni sanitarie e assistenziali. Lo scenario in Italia è ancor più cupo di quanto non potesse apparire dalla semplice aggregazione dei dati ISTAT. (3)
3 milioni di persone in Italia vivono in condizione di grave disabilità, e tra queste quasi 1 milione e 500 mila ha una età superiore a 75 anni. (4)
‘La disabilità è una condizione che interesserà sempre più italiani, grazie al costante allungamento della aspettativa di vita, per questo il nostro sistema di welfare si troverà ad affrontare una domanda crescente di servizi per assicurare a queste persone l’assistenza sanitaria e sociale e il diritto a vivere una vita indipendente.
Una sfida che il welfare moderno deve superare abbandonando l’approccio risarcitorio che caratterizza molti degli interventi di protezione sociale del nostro Paese, basati quasi esclusivamente sui trasferimenti monetari, trascurando completamente se questi siano efficaci ad assicurare loro il diritto a vivere la vita al pari delle altre persone’ (Alessandro Solipaca, responsabile scientifico Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane).
‘Solo l’11,9% delle persone con disabilità è occupato e la scarsa partecipazione al mondo del lavoro, quindi la ridotta capacità di produrre reddito, fa sì che le famiglie in cui vivono persone con disabilità abbiano seri problemi economici. A questo proposito i dati evidenziano che una famiglia con almeno una persona con disabilità percepisce, mediamente, un reddito medio equivalente pari a 19.500 euro annui, circa 1.000 euro in meno di quello delle famiglie senza persone con disabilità, pari a 20.589 euro.
Inoltre, per effetto delle ingenti spese che le famiglie devono sostenere per le cure e l’assistenza, il reddito è largamente insufficiente per il loro fabbisogno. Infatti, il 32,1% delle persone con disabilità è a rischio di povertà o di esclusione sociale e circa un quinto è in condizione di grave deprivazione materiale. Si tratta di famiglie che non sono in grado di spendere per riscaldare adeguatamente l’abitazione, affrontare una spesa imprevista di 800 euro, di consumare un pasto adeguato’. (2)
Dario Dongo
(1) ISTAT. Indicatori demografici, anno 2022.La popolazione cala ancora ma non al livello del biennio 2020-21. Aumentano gli stranieri. https://www.istat.it/it/files//2023/04/indicatori-anno-2022.pdf 7.4.23
(2) Osservatorio nazionale sulla salute nelle Regioni italiane. Quasi 13 milioni le persone con disabilità nel nostro Paese, oltre 3 milioni di queste in condizioni gravi. Quasi una su tre è a rischio di povertà. https://osservatoriosullasalute.it/wp-content/uploads/2022/12/30-novembre-2022-Focus-Disabilita.pdf 2.12.22
(3) Dario Dongo. Giornata mondiale della disabilità, ora Basta! Lettera aperta. Égalité. 3.12.22
(4) ISTAT, la disabilità in cifre https://disabilitaincifre.istat.it/
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.