La disuguaglianza è una questione di potere. E se al mondo 5 super miliardari fanno 14 milioni di dollari l’ora, mentre 800 milioni di lavoratori hanno perso l’equivalente di uno stipendio davanti al caro vita e quasi 5 miliardi di persone povere rimangono in una condizione immobile, dire che il sistema non funziona neanche basta più. È un incubo quello che emerge rapporto di Oxfam “Disuguaglianza: il potere al servizio di pochi” (1) pubblicato in occasione del vertice di Davos.
“La ricchezza dei cinque miliardari più ricchi al mondo è più che raddoppiata, in termini reali, dall’inizio di questo decennio, mentre la ricchezza del 60% più povero dell’umanità non ha registrato alcuna crescita”, evidenzia in apertura il dossier di Oxfam.
Da anni l’associazione lancia l’allarme sull’acutizzarsi della disuguaglianza nel mondo e ora, in quello che viene definito “un decennio di grandi divari”, all’inizio del 2024, “il vero pericolo è che questa incredibile divaricazione diventi la normalità”.
Spiega Oxfam: “Il potere economico, la sua estrema concentrazione e le rendite di posizione associate favoriscono l’accumulazione di enormi fortune nelle mani di pochi e generano ampi divari nella società. Il potere politico e l’uso che ne viene fatto costituiscono una leva potentissima per contrastare o al contrario alimentare le disuguaglianze. Siamo davanti a un bivio: tra un’era di incontrollata supremazia oligarchica o un’era in cui il potere pubblico riacquista centralità promuovendo società più eque e coese ed un’economia più giusta ed inclusiva”.
Miliardi di persone vedono crescere le proprie difficoltà davanti a epidemie, guerre, carovita e crisi climatica sempre più frequenti. Dall’altro lato ci sono una manciata di paperoni che moltiplicano le loro fortune. I numeri di questo gap sempre più accentuato sono quasi inimmaginabili.
I miliardari globali oggi, dice Oxfam, sono in termini reali più ricchi di 3.300 miliardi di dollari rispetto al 2020 e il valore dei loro patrimoni è cresciuto tre volte più velocemente del tasso di inflazione.
Dall’inizio della pandemia (en passant: doveva renderci tutti migliori, ha tracciato un solco sociale ed economico immane) i 5 uomini più ricchi al mondo hanno più che raddoppiato le proprie fortune, a un ritmo di 14 milioni di dollari all’ora. Dall’altro lato la ricchezza aggregata di quasi 5 miliardi delle persone più povere non ha mostrato barlumi di crescita. Se la ricchezza dei cinque più ricchi miliardari al mondo continuasse a crescere così come ora, in una decina di anni si potrebbe avere il primo trilionario della storia dell’umanità. Ai ritmi attuali, invece, ci vorrebbero 230 anni per ridurre la povertà globale sotto l’1%. (2)
Per la maggior parte delle persone al mondo, l’inizio di questo decennio è stato incredibilmente difficile: 4,8 miliardi di persone hanno tenuto a stento il passo con l’inflazione. Ricchezza e potere sono concentrati nelle mani di pochi miliardari e poche Corporation cui vanno profitti crescenti.
Il valore dei patrimoni dei miliardari è aumentato del 34% dall’inizio di questo decennio di crisi e si prevede che il numero dei milionari crescerà del 44% da qui al 2027, mentre il numero di individui con un patrimonio pari o superiore a 50 milioni di dollari aumenterà nello stesso periodo di oltre il 50%.
Le 10 società più grandi al mondo hanno un valore in borsa che supera il Pil combinato di tutti i paesi dell’Africa e dell’America Latina.
Chi paga queste disuguaglianze? I lavoratori, che davanti alla corsa dell’inflazione e al caro vita hanno perso potere d’acquisto.
“Per quasi 800 milioni di lavoratori occupati in 52 Paesi i salari non hanno tenuto il passo dell’inflazione. Il relativo monte salari ha visto un calo in termini reali di 1.500 miliardi di dollari nel biennio 2021-2022, una perdita equivalente a quasi uno stipendio mensile (25 giorni) per ciascun lavoratore”.
La disuguaglianza non è però una missione impossibile da combattere. È frutto di precise scelte di politica pubblica, a volte di scelte non fatte. È una questione di potere che attraversa rapporti economici squilibrati ed è frutto della concentrazione del potere nelle mani di pochi. Una sorta di Robin Hood al contrario.
“Le disuguaglianze sono piuttosto il risultato di scelte (o, talvolta, non-scelte) della politica che hanno prodotto negli ultimi decenni profondi mutamenti nella distribuzione di risorse, dotazioni, opportunità e potere tra gli individui.
La dinamica del potere rappresenta, in particolare, la principale chiave narrativa del nostro rapporto. A finire sotto i riflettori, nel contesto internazionale, è la dimensione economica del potere, la cui accresciuta concentrazione – sospinta dal rilassamento delle politiche di tutela della concorrenza e “agevolata” dalla finanziarizzazione dell’economia e dalla sempre più marcata presenza del settore privato nella sfera pubblica – ha incrementato le rendite di posizione, indebolito il potere contrattuale dei lavoratori, soprattutto quelli meno qualificati, e prodotto forti sperequazioni nei premi distribuiti dai mercati.
Una redistribuzione alla “rovescia” con un trasferimento di risorse da lavoratori e consumatori a titolari e manager di grandi imprese monopolistiche con conseguente accumulazione di enormi fortune nelle mani di pochi”, scrive Oxfam. (3)
L’Italia non fa eccezione. Anzi è un paese dalle disparità sempre più marcate, nel quale le opportunità individuali e collettive si ridimensionano e si riducono al lumicino per chi si trova in situazioni di svantaggio a causa della sua appartenenza sociale o per il mancato sviluppo del contesto territoriale in cui vive.
I dati disponibili dicono che alla fine del 2022 in Italia l’1% più ricco, sotto il profilo patrimoniale, deteneva una ricchezza 84 volte superiore a quella del 20% più povero della popolazione.
Il 20% più ricco degli italiani possiede oltre i due terzi della ricchezza nazionale mentre il 60% più povere ne detiene solo il 13,5%.
L’Italia occupa da tempo le ultime posizioni nell’Unione europea per quanto riguarda la disuguaglianza nella distribuzione dei redditi.
Un dato recentissimo, pubblicato a gennaio di quest’anno da Banca d’Italia, evidenzia che il 5% delle famiglie italiane più ricche possiede circa il 46% della ricchezza netta totale (4).
La crisi degli ultimi anni ha lasciato un paese impoverito, con una povertà assoluta in aumento, e con un impatto devastante dell’inflazione sulle famiglie con minore capacità di spesa che non possono fronteggiare il caro vita ricorrendo ai risparmi. La dinamica è destinata ad aggravarsi per il rallentamento dell’economia nazionale, la riduzione delle misure di compensazione contro il caro vita e l’abbandono del reddito di cittadinanza che lascia scoperte da un supporto al reddito 500 mila famiglie.
Davanti a questo bagno di sangue, cosa fare? Una delle azioni che Oxfam promuove è quella di tassare i grandi patrimoni. Per avere una maggiore equità del sistema fiscale, bisogna partire dall’introduzione di un’imposta progressiva sui grandi patrimoni.
L’Unione europea si dovrà misurare allora con l’Iniziativa dei cittadini europei Tax the Rich (5). Attraverso questo strumento di partecipazione dei cittadini alle politiche europee, si chiede alla Commissione Ue di introdurre un’imposta europea sui grandi patrimoni. Sono risorse addizionali che vengono chieste a carico di chi ha tanto di più e occupa le posizioni di vertice della società, per dare risposta all’aumento delle disuguaglianze anche in Europa e finanziare una transizione ecologica e sociale giusta ed equa.
Questa tassa sui grandi patrimoni sarebbe una “risorsa propria dell’Unione”, il cui gettito verrebbe destinato a sostenere le politiche europee di transizione ambientale e di cooperazione allo sviluppo, e contribuirebbe sia alla lotta contro la crisi climatica sia a quella contro le crescenti disuguaglianze (6).
Sabrina Bergamini
(1) Disuguaglianza: il potere al servizio di pochi https://www.oxfamitalia.org/report-disuguaglianza/?ref=023_AS_00_PO_19_V
(2) CS Oxfam https://www.oxfamitalia.org/disuguaglianza-il-potere-al-servizio-di-pochi/
(3) V. https://www.oxfamitalia.org/disuguaglianza-il-potere-al-servizio-di-pochi/
(4) Banca d’Italia, Conti distributivi sulla ricchezza delle famiglie: prime evidenze sull’Italia https://www.bancaditalia.it/statistiche/tematiche/conti-patrimoniali/conti-distributivi/neri-spuri-vercelli-prime-evidenze-2024.01.05.pdf
(5) Tax the Rich https://tax-the-rich.it/
(6) Tax the Rich, iniziativa dei cittadini europei chiede l’imposta sui grandi patrimoni https://www.egalite.org/tax-the-rich-iniziativa-dei-cittadini-europei-chiede-limposta-sui-grandi-patrimoni/