Palermo fa un passo avanti verso l’inclusività. L’Ecomuseo Mare Memoria Viva di Palermo, chiamato anche Ecomuseo del Mare, ha festeggiato i suoi primi 10 anni di vita abbattendo le barriere architettoniche e creando percorsi per persone con disabilità visive e auditive. (1)
Gli ecomusei sono luoghi fisici o virtuali che, attraverso la ricostruzione della storia di un territorio, vogliono ridare memoria e dignità al territorio stesso e agli abitanti. Gli ecomusei raccolgono le storie delle persone che hanno abitato il territorio, i cambiamenti avvenuti a livello urbano e paesaggistico, per ricreare il profondo legame tra gli abitanti e il territorio che abitano.
A Palermo l’Ecomuseo sorge a sud della città, sulla foce del fiume Oreto. Si chiama Ecomuseo Mare Memoria Viva (MMV), a sottolineare il profondo legame della città col mare. Così lo racconta Cristina Alga, una delle fondatrici:
‘Siamo un museo comunitario che promuove pratiche di cura e conoscenza della costa urbana del golfo di Palermo come ambiente interdipendente di essere umani, vegetali, animali, architetture, luoghi, storie. Raccontiamo Palermo dal mare’.
L’Ecomuseo sorge nella zona sud della città, un’area dove gli abitanti vivevano a stretto contatto con il mare, per mestiere e per passione. Col ‘sacco di Palermo’, avvenuto tra gli anni ‘50 e ‘80, la zona è diventata la discarica illecita dove sversare i detriti delle costruzioni, sono nate palazzine abusive che hanno eliminato i lidi e le villette stile liberty che ospitavano i palermitani per le vacanze estive.
Questo pezzo di costa è stato abbandonato, le aziende ittiche hanno chiuso trasformando la zona Sud di Palermo in una periferia marginalizzata e degradata. Fino al 2014, quando è sorto l’Ecomuseo MMV all’interno dell’ex deposito locomotive di sant’Erasmo, accanto al fiume Oreto. Lo staff ecomuseale ha iniziato a raccogliere le storie degli abitanti delle borgate marinare, degli operai dei cantieri navali, delle famiglie, dei lidi e di come tutto è cambiato in seguito al ‘sacco’ per ricucire il rapporto con gli abitanti e con il centro di Palermo.
‘(..) siamo una cosa un po’ strana, siamo museo, spazio per festival e conferenze, laboratorio educativo, luogo di ricerca, archivio sul paesaggio e stiamo iniziando i lavori per avere un bas con cucina, un progetto culturale e uno spazio di aggregazione intergenerazionale gestito da un’impresa sociale’, dice Cristina Alga.
Per i 10 anni di vita, l’Ecomuseo ha deciso di rinnovarsi, diventando il primo museo accessibile in modo innovativo nella città. Sono state abbattute le barriere architettoniche e, il percorso già multimediale e interattivo, si è arricchito con video in LIS, dispositivi tattili, esperienze sonore, applicazioni dedicate alla fruizione dei contenuti da parte di persone non vedenti e sorde. Tutto ciò è stato possibile grazie un investimento di 335mila euro finanziato dall’Unione europeo attraverso il PNRR.
Un esempio di accessibilità e agibilità in una Palermo tanto bella quanto difficile da percorrere per chi presenta delle disabilità, come abbiamo già raccontato. (2) Con marciapiedi dissestati, mancanza di scivoli e infrastrutture. E dove queste esistono, spesso manca la sensibilità delle persone.
Il concetto di accessibilità per l’ecomuseo del Mare non è ridotto alla semplice possibilità di fruizione del luogo da parte delle persone con disabilità. È invece associato alla parola ‘agire’.
Sono le barriere che creano un ostacolo, che rendono inabili alcune categorie di persone. Rimuovendo queste, si crea l’agio necessario a permettere a tutti di godere della socialità.
Nel progetto di ristrutturazione si è tenuto in considerazione di tutti. Bambini, anziani, persone con bassa scolarizzazione. Sono state create zone ombreggiate, sedute e ci si è preoccupati della messa in sicurezza degli spazi comuni. E di abbattere più barriere possibili: culturali, cognitive, sensoriali, motorie, legate all’informazione, linguistiche, alla diversità di genere e sessuale e così via.
Il progetto dell’Ecomuseo Mare Memoria Viva appare come una mosca bianca in un Paese che da sempre ignora i diritti delle persone con disabilità, che in Italia sono 13 milioni. E neanche l’Unione Europea si è mai preoccupata di garantire l’applicazione della Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità del 2006.
La dignità delle persone con disabilità è sempre stata al centro del progetto Égalité, e ora anche al centro del programma politico di Dario Dongo. Candidato alle prossime elezioni europee dell’8 e 9 giugno 2024 per il movimento Pace, Terra e Dignità. (3)
Alessandra Mei
(1) https://www.marememoriaviva.it/
(2) Marta Strinati. Palermo, la battaglia di Valeria. Ègalitè. 2.3.24 https://www.egalite.org/palermo-la-battaglia-di-valeria/
(3) Dario Dongo. Pace, Terra e Dignità. Il nostro movimento alle elezioni europee 2024. Égalité. 14.3.24
Laureata in Giurisprudenza all'Università di Bologna, ha frequentato il Master in Food Law presso la stessa Università.