Quasi 8 milioni di persone vivono in in Italia uno ‘status’ di deprivazione alimentare materiale o sociale, o ‘povertà alimentare’. Vale a dire che oltre il 12% della popolazione italiana non è in grado di assicurarsi ogni giorno un pasto completo dal punto di vista nutrizionale, né di consumare un’adeguata quantità di frutta e verdura, né di riunirsi in convivio con parenti e/o amici una volta al mese.
La ‘food security’ è dunque un problema molto attuale anche in Italia – a dispetto delle sciocche battute del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, secondo cui ‘i poveri’ in Italia si nutrirebbero bene. A seguire i dati offerti da ActionAid in ‘Frammenti da ricomporre’, il suo quarto rapporto sulla povertà alimentare in Italia elaborato assieme a ‘Percorsi di Secondo Welfare’ (1).
La spirale della povertà – e così della povertà alimentare – ha assunto dimensioni epidemiche, in in Italia, a partire dalla ‘era Covid’.
‘La pandemia affamava il Paese colpendo anche fasce di popolazione che non avevano mai avuto la necessità di ricorrere a forme di aiuto istituzionali, i cosiddetti nuovi poveri (lavoratori poveri, giovani precari, famiglie numerose e monogenitoriali). La traiettoria che ha condotto questi individui nella spirale della povertà risale almeno a dieci anni prima della pandemia, a seguito della crisi economica e finanziaria e delle politiche di austerità adottate dai Paesi europei’.
I dati statistici oggi a disposizione, nondimeno, riferiscono alla povertà ‘utilizzando lenti rotte che, pur nel necessario esercizio di ricomposizione dei loro pezzi, lasciano inevitabilmente dei vuoti da colmare’.
La povertà e la povertà alimentare vengono cioè osservate solo nella loro dimensione economica, trascurandone i risvolti sociali – ‘stigma, rinuncia, mancanza di libertà di scelta e contrazione delle opportunità di socialità e convivialità’ – su cui invece si sofferma l’indagine di ActionAid. Bisogna ricomporre statistiche frammentate per comprendere la vera portata di questi fenomeni.
La ‘deprivazione alimentare materiale’ viene definita da Eurostat come ‘l’impossibilità, per ragioni economiche, di assumere un pasto completo – con pollo, carne, pesce o equivalente vegetariano – almeno una volta ogni due giorni’. Nel 2021, prima ancora dell’abissale crisi economica innescata dalla partecipazione europea al conflitto in Ucraina, si trovava in questa condizione il 7,9% della popolazione residente in Italia, pari a 4,6 milioni di persone.
La deprivazione alimentare sociale viene invece considerata in termini di impossibilità di riunirsi con amici o parenti per mangiare o bere qualcosa, in convivialità, almeno una volta al mese. Questa condizione riguardava invece, sempre nel 2021, il 6,5% della popolazione residente in Italia nelle fasce di età superiori ai 15 anni. 3,3 milioni di persone circa.
L’indice di ‘deprivazione alimentare materiale o sociale’ elaborato da ActionAid stima perciò che nel 2021 quasi 8 milioni di persone residenti in Italia non avevano ‘accesso a un pasto completo almeno una volta al giorno ovvero erano impossibilitate a riunirsi con amici o familiari per mangiare o bere un drink almeno una volta al mese. È importante sottolineare che di queste persone solo 4 su 10 si trovavano in condizione di povertà relativa’.
‘Ben 6 persone su 10 tra quelle che si trovano in condizione esidente in Italia di deprivazione alimentare materiale o sociale non sono considerate a rischio di povertà, poiché hanno redditi superiori al 60% della mediana nazionale. Utilizzando un altro indicatore di povertà, basato sulla percezione delle famiglie rispetto alla difficoltà di arrivare a fine mese con le risorse disponibili, scopriamo che ben 7 persone su 10 tra quelle in condizione di deprivazione alimentare si ritrovano anche tra quelle che dichiarano di arrivare a fine mese con difficoltà o grande difficoltà’.
Questi dati mostrano che non solo le statistiche ma anche le politiche rese a mitigare la povertà, laddove basate sulle sole soglie di reddito standardizzate, non sono in grado di intercettare la complessità e l’estensione della povertà alimentare. Con il rischio di escludere un’ampia parte di popolazione che di fatto vive in condizioni di deprivazione materiale ma non è considerata povera. Senza peraltro dimenticare che oltre 1/5 della popolazione europea già si trovava in stato di povertà agli albori della crisi euro-russa. (2)
‘Dobbiamo cambiare la visione che abbiamo del fenomeno per adottare un vero approccio multidimensionale che ruoti attorno al diritto cibo e non all’aiuto, che coinvolga la comunità e non solo i singoli individui adottando, inoltre, sistemi di rilevazione della povertà alimentare più efficaci e a livello territoriale’.
Disoccupati, stranieri e disabili (‘inabili al lavoro’, nel gergo discriminatorio che vige in Italia) sono al primo posto nella deprivazione alimentare materiale o sociale, che ne coinvolge rispettivamente il 28,3%, il 23,1% e il 22,3%.
La povertà alimentare affligge
Nel 2021, in Italia, subiva una condizione di malnutrizione, intesa quale incapacità di assumere un pasto completo con le proteine necessarie almeno una volta al giorno,
E la situazione non può che essere peggiorata, con l’inflazione alimentare a due cifre degli ultimi due anni.
Lo stigma sociale che ruota intorno alla povertà può però compromettere le risposte dei genitori, che potrebbero minimizzare o nascondere la difficoltà incontrate nel garantire adeguate condizioni di vita e pasti ai propri figli. Su questi dati e sulle cause della povertà alimentare minorile dovrebbero perciò venire eseguiti studi più approfonditi, come quelli a suo tempo eseguiti dalla Fondazione Gaslini di Genova. (2)
ActionAid ha altresì analizzato le indagini Istat sulla spesa delle famiglie. Già nel 2021 il 9% delle famiglie residenti in Italia aveva ridotto l’acquisto di beni alimentari, per un totale di 2,3 milioni di famiglie e oltre 5,4 milioni di persone. E la situazione è peggiorata drasticamente negli anni successivi, vale la pena annotare.
Questo fenomeno è più spiccato tra le famiglie in povertà assoluta (26,2%), quelle che non sarebbero in grado di far fronte a una spesa improvvisa di circa 800 euro (24,8%), quelle composte da cittadini stranieri (23,0%), le persone che vivono da sole in età 35-64 (11,8%), le famiglie monogenitoriali (13,9%) e quelle composte da coppie con tre o più figli (13,5%).
#andràtuttobene?
Sabrina Bergamini e Dario Dongo
Cover da Alberto Sànchez Arguello https://tinyurl.com/4a8ay43j
(1) Frammenti da ricomporre. Quarto rapporto sulla povertà alimentare in Italia. ActionAid https://actionaid-it.imgix.net/uploads/2023/10/ActionAid_Report_Frammenti_da-Ricomporre.pdf
(2) Sabrina Bergamini. Povertà in Europa, a rischio più di un quinto della popolazione. Égalité. 20.9.22
(3) Dario Dongo, Giulia Baldelli. Malnutrizione infantile, ‘C’era una volta la cena’. GIFT (Great Italian Food Trade). 10.2.19
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.