La povertà assume forme diverse. Povertà è anche non potersi permettere un pasto adeguato ogni due giorni, non poter far fronte a spese impreviste, non avere una connessione internet o delle scarpe che calzano bene. Oltre alla povertà assoluta, esiste infatti una condizione di deprivazione materiale e sociale grave che spiega concretamente le difficoltà in cui versano cittadini e famiglie. Il rapporto diffuso dall’Eurostat (1) a luglio 2024 e relativo al 2023 rivela che il 9,5% della popolazione europea non si è potuto permettere un pasto a base di carne, pesce o equivalente vegetariano ogni due giorni. Un aumento dell’1,2% rispetto al 2022, quando si trovava in questa condizione – una delle voci della grave deprivazione materiale e sociale – l’8,3% dei cittadini europei.
Oltre un quinto (22,3%) dei cittadini dell’Unione europea nel 2023 è risultato a rischio di povertà. Nel biennio precedente questa percentuale era al 19,7% e al 21,7% della popolazione.
A livello nazionale, evidenzia l’Eurostat, “la quota più elevata di persone a rischio di povertà che non possono permettersi un pasto adeguato è stata registrata in Slovacchia (45,7%), seguita da Ungheria (44,9%) e Bulgaria (40,2%). D’altro canto, la quota più bassa è stata registrata in Irlanda (4,2%), seguita da Cipro (5,0%) e Portogallo (5,9%)”.
Il fenomeno si accompagna alla povertà dei bambini (2). Sempre nel 2023 quasi 20 milioni di bambini nell’Ue erano a rischio di povertà o esclusione sociale. Si tratta di un quarto, il 24,8%, dei minori al di sotto dei 18 anni, sostanzialmente stabile (su un valore drammatico, c’è da dirlo), in leggero aumento rispetto al 2022 (più 0,1%). La povertà morde soprattutto gli under 18. E l’Italia ne è la dimostrazione.
Il tasso di grave deprivazione materiale e sociale (severe material and social deprivation rate, SMSD) è un indicatore che mostra la “mancanza forzata di elementi necessari e desiderabili per condurre una vita adeguata”.
Rientrano nella grave deprivazione le fasce di popolazione che sperimentano, su un elenco di 13 “voci di deprivazione”, almeno 7 di queste mancanze, carenze o difficoltà.
Sei elementi di deprivazione riguardano l’individuo e sette sono relativi alla situazione familiare (3).
L’item comprende a livello familiare la capacità di
A livello individuale, le voci di deprivazione che concorrono a identificare la grave deprivazione sono:
In Italia, lo scorso maggio l’Istat, nel suo rapporto annuale, ha certificato di fatto un disastro sociale (4). Aumenta la povertà assoluta, che nel 2023 riguarda l’8,5% delle famiglie (un dato in crescita rispetto al 6,2% del 2014) e quasi il 10% dei cittadini (nel dettaglio il 9,8%).
‘Seppure in un quadro di sostanziale stabilità rispetto all’anno precedente, si raggiungono livelli mai toccati in precedenza, per un totale di 2 milioni 235 mila famiglie e di 5 milioni 752 mila individui in povertà’, rileva l’Istat.
L’andamento della povertà è condizionato prima dagli anni della pandemia (quando risente delle misure restrittive introdotte durante l’emergenza sanitaria e dei comportamenti delle famiglie che, prudenti, hanno determinato un calo della spesa nel 2020 solo in parte recuperato nel 2021) e nel 2022 dal forte aumento dell’inflazione, con la crisi dei prezzi che ha colpito soprattutto le famiglie meno abbienti.
Oltre alla crescita della povertà assoluta, c’è il fenomeno del lavoro che non protegge le famiglie e la diffusione della deprivazione materiale e sociale fra i giovani, con numeri drammatici. Fra bambini e ragazzini al di sotto dei 16 anni, oltre un milione si trova in condizione di deprivazione materiale e sociale.
Nel 2023, l’incidenza di povertà assoluta più elevata si registra per i minori di 18 anni (il 14% dei minorenni sono poveri, rispetto al 9,8% della media della popolazione, per un totale di 1,3 milioni di minori).
Valori più elevati della media nazionale si registrano anche per i 18-34enni e i 35-44enni (11,9 e 11,8%, rispettivamente). L’incidenza individuale decresce fino al 5,4% dei 65-74enni, il valore più basso, per poi risalire al 7% nella fascia di popolazione più anziana, quella degli individui con 75 anni e più.
I minorenni in Italia sono la fascia di popolazione con la più alta incidenza di povertà assoluta. E il distacco con le altre fasce di età si è aggravato negli anni compresi fra il 2014 e il 2023. La situazione è poi particolarmente grave per i minori stranieri, tra i quali l’incidenza della povertà assoluta è pari al 43,7 per cento, contro un’incidenza del 9,7 per cento tra i minori italiani (dati provvisori 2023).
“L’incremento del disagio economico per bambini e ragazzi, oltre a compromettere il benessere psico-fisico, può pregiudicarne le opportunità future, con ritardi difficilmente colmabili e un impatto duraturo sulle disuguaglianze socio-economiche, educative e territoriali”, riconosce l’Istat.
L’Istituto nazionale di statistica nel 2021 ha rilevato, nell’ambito dell’Indagine sul reddito e le condizioni di vita, alcune caratteristiche dell’ambiente di vita degli under 16 anni che rimandano all’indice di deprivazione dei minori.
Emerge che in Italia il 13,5% dei minori di 16 anni risulta in condizione di deprivazione materiale e sociale: sono circa circa 1 milione 127 mila ragazzi e ragazze, più 0,5% in più rispetto alla media della Ue. Non tutti i territori sono uguali: l’incidenza è del 20,1% nel Mezzogiorno, dell’11,9% al Nord e del 5,7% al Centro.
Il fenomeno della deprivazione quasi triplica tra i bambini e ragazzi stranieri residenti in Italia: riguarda il 34,4% del totale (quasi 415mila minori) e arriva al 33,9% dei minori di 16 anni se i genitori hanno al più la licenza media.
Deprivazione significa anche non poter invitare gli amici a casa. E significa non avere cibo adeguato. I bisogni di base di molti bambini non vengono soddisfatti.
Ancora i dati snocciolati dall’Istat: “Il 16,9 per cento dei minori non si può permettere “una settimana di vacanza all’anno lontano da casa” per motivi economici; sempre per una mancata disponibilità economica, il 9,1 per cento del totale dei minori non può svolgere regolarmente “attività di svago fuori casa a pagamento”, valore che triplica nel caso dei minori stranieri. Per questi ultimi si segnala inoltre che il 16,5 per cento non si può permettere di “invitare gli amici per giocare”.
Non si cresce senza cibo adeguato. Ma nel 2021, rileva ancora l’Istat, “il 4,9 per cento dei minori di 16 anni vive in famiglie che hanno sperimentato difficoltà economiche tali da impedire l’acquisto del cibo necessario. Inoltre, il 2,5 per cento dei minori di 16 anni non consuma almeno un pasto proteico al giorno perché la famiglia non può permetterselo. L’incapacità da parte della famiglia di sostenere le spese per un pasto proteico al giorno oppure l’incapacità di affrontare le spese per comprare il cibo necessario delinea una condizione di deprivazione alimentare che, nel 2021, interessa complessivamente il 5,9 per cento dei minori di 16 anni (6,2 per cento nel Nord, 2,5 nel Centro e 7,6 nel Mezzogiorno)”.
È una condizione di deprivazione e povertà attuale che pregiudica salute, crescita e futuro dei bambini.
#PaceTerraDignità
Sabrina Bergamini e Dario Dongo
(1) Eurostat. Almost 1 out of 10 in the EU could not afford proper meal https://ec.europa.eu/eurostat/en/web/products-eurostat-news/w/ddn-20240712-1
(2) Eurostat. Children at risk of poverty or social exclusion in 2023 https://ec.europa.eu/eurostat/web/products-eurostat-news/w/ddn-20240719-1
(3) Eurostat. Glossary:Severe material and social deprivation rate (SMSD) https://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php?title=Glossary:Severe_material_and_social_deprivation_rate_(SMSD)
(4) Rapporto annuale 2024 Istat. Le condizioni e la qualità della vita https://www.istat.it/it/files//2024/05/Capitolo-3.pdf
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.