Sustainable Development Goals, SDGs. 17 obiettivi, 169 indicatori di target. L’anno 2030 si avvicina e la società umana arretra anziché avanzare. Un gruppo di ricercatori di fama internazionale – tra cui l’economista Mariana Mazzucato (1) – indica le 6 trasformazioni, anzi rivoluzioni, necessarie. Seguiamo la traccia del loro studio, pubblicato su Nature, per aggiungere alcune ispirazioni sui temi che ci sono più cari. #Égalité!
‘Six Transfomations to Achieve the Sustainable Development Goals’ è il titolo della pubblicazione. (2) Un lavoro sistemico, di sintesi e indirizzo – che nel contesto dell’iniziativa ONU The World in 2050 Initiative – offre una chiave di lettura degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile in Agenda 2030, #Envision2030. (3) I 17 SDGs vengono così aggregati in sei macro-categorie, e linee di intervento:
1) educazione, genere e disuguaglianza,
2) salute, benessere e demografia,
3) decarbonizzazione energetica e industria sostenibile,
4) cibo, terra, acqua e oceani sostenibili,
5) città e comunità sostenibili,
6) rivoluzione digitale per lo sviluppo sostenibile.
6 trasformazioni che – vista la crescente distanza dagli obiettivi fissati per il 2030, rispetto a quando vennero adottati dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il 25.9.2015 – appare più consono definire ‘rivoluzioni’. A maggior ragione ove si consideri che la natura non vincolante degli impegni assunti affida l’adozione di politiche coerenti al raggiungimento degli SDGs al libero arbitrio dei governi degli Stati membri e alle amministrazioni locali. I quali, come si è visto nel recente incontro del G7 a Biarritz, non sono in grado di esprimere visioni convergenti sulle priorità di base, la riduzione delle diseguaglianze in primis. E dunque, le 6 rivoluzioni qui a seguire.
I sistemi educativi devono venire trasformati, ampliando i bacini di utenza e aggiornando i programmi. Gli Autori attribuiscono rilievo cruciale agli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo, con peculiare attenzione al loro impatto sulla sicurezza sociale. È necessario investire anzitutto sulle scuole primaria e secondaria, fasi cruciali nella formazione dell’individuo oltreché del percorso scolastico. A tal fine, adeguate risorse devono venire dedicate sia a infrastrutture e materiale didattico, sia a formazione e aggiornamento del corpo docente. (4)
Istruzione superiore, formazione professionale, sistemi di formazione scuola-lavoro sono tuttora carenti in molti Paesi del pianeta. E devono venire sviluppati diffusamente, in ottica di sviluppo sociale ed economico sul lungo periodo. Adeguati investimenti pubblici e privati in tale ambito rappresentano la pre-condizione per avvicinarsi alla realizzazione di almeno 3 degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile in Agenda ONU 2030:
Salute e benessere costituiscono la seconda area di intervento, strettamente associata alla precedente, che gli Autori propongono nel vademecum agli SDGs. Ancora una volta sono indispensabili investimenti generosi, accompagnati dalla precisa volontà politica di promuovere e favorire stili di vita improntati al rispetto di salute e ambiente.
Il sistema sanitario pubblico è la chiave di volta per raggiungere il terzo dei 17 SDGs, ‘Ensure healthy lives and promote well-being for all at all ages’ . ‘Il più alto livello di salute raggiungibile’ è stato riconosciuto ‘come un diritto fondamentale di ogni essere umano’ già nell’atto costitutivo dell’OMS (1946). Ciò comporta il dovere, per i suoi 193 Stati membri, di assegnare le ‘massime risorse disponibili’ per garantire questo diritto universale.
Lo studio su Nature riafferma l’esigenza di stabilire sistemi sanitari pubblici efficaci ed efficienti. Nonché accessibili all’intera popolazione, senza preclusioni legate a incapacità economica e diseguaglianze (es. gender). Le politiche sanitarie devono venire basate sulla prevenzione e così comprendere apposite misure, volte a scoraggiare comportamenti e consumi che costituiscono fattori di rischio (es. sugar tax su cibo spazzatura). Bisogna poi focalizzarsi su controllo e monitoraggio di infezioni, malattie e patologie. Oltreché su servizi pediatrici e per la maternità, cure palliative, salute mentale e chirurgia di base. Senza trascurare, aggiungiamo, le disabilità.
Il dovere degli Stati membri OMS, a garantire il diritto universale alla salute, a ben vedere, non può prescindere dalla garanzia dei suoi primi fattori determinanti:
– acqua potabile e sicura, servizi igienico-sanitari. ‘Ensure availability and sustainable management of water and sanitation for all’ (SDG 6),
– cibo sicuro e nutriente. ‘Zero hunger’ (SDG 2).
Energia per tutti, da fonti rinnovabili. ‘Ensure access to affordable, reliable, sustainable and modern energy for all’ (SDG 7). In linea con quanto previsto nell’Accordo di Parigi (2015), la convenzione globale per la mitigazione del climate change. Nonché con l’Obiettivo 13, ‘Take urgent action to combat climate change and its impacts’, aggiornato all’High-Level Political Forum di maggio 2019.
Oltre 1,1 miliardi di abitanti del pianeta tuttora abbisogna di elettricità, tramite reti e micro-reti. Ad altri 2,8 miliardi di persone manca il gas per cucinare. I ministeri responsabili di favorire l’accesso di tutte le comunità all’energia, nei singoli Stati, sono quelli delegati a opere pubbliche, energia, ambiente e trasporti. E l’accesso all’energia non può peraltro prescindere dalla sua ‘decarbonizzazione’. (5) Vale a dire, letteralmente, riduzione di carbonio. E quindi di emissioni di gas-serra in atmosfera. Ciò postula il superamento delle centrali elettriche e dei mezzi di trasporto basati sull’utilizzo di fonti di carbonio fossile (carbone, petrolio, metano). Privilegiando le fonti rinnovabili come solare, eolico, bio-metano (il quale ultimo, in una logica di economia circolare, utilizza materie prime vegetali che a loro volta sequestrano anidride carbonica).
I sistemi alimentari devono venire convertiti ai paradigmi della sostenibilità. La filiera agroalimentare globale attualmente assorbe il 90% delle acque, contribuisce a un quarto delle emissioni totali di gas serra, partecipa in misura significativa a inquinamento e al surriscaldamento globali. Proprio a partire da queste considerazioni Égalité ha lanciato la campagna #Buycott! olio di palma, soia OGM e carni americane, con il preciso scopo di limitare la domanda delle commodities che rappresentano le prime cause di rapina delle terre e deforestazioni a livello planetario.
Il cibo è indispensabile quanto l’energia, non se ne può proprio fare a meno. Ma in entrambi i casi si deve pretendere la sostenibilità delle produzioni, per garantire il sostentamento della civiltà umana in una prospettiva di lungo e lunghissimo termine. Si deve quindi arrestare il fenomeno delle deforestazioni a uso delle monocolture intensive e convertire i sistemi agricoli all’ecoagricoltura, anche allo scopo di mitigare la desertificazione dei suoli. Applicare con severità le misure volte a ridurre la pesca illegale, non tracciata e non regolata (Illegal, unreported and unregulated fishing, IUU) e promuovere l’acquacoltura sostenibile. Last but not least, adottare un approccio sistemico nella riduzione degli sprechi
Le filiere alimentari dovrebbero perciò considerare i seguenti obiettivi:
Gli SDGs di riferimento, in aggiunta al fondamentale ‘Zero hunger’ di cui sopra:
La convivenza civile va poi ripensata nei suoi centri primari di aggregazione, le città. ‘Make cities inclusive, safe, resilient and sustainable‘ (SDG 12). L’urbanizzazione procede a ritmo più rapido dell’incremento demografico, al punto che già nel 2030 la popolazione urbana avrà raggiunto i 5 miliardi di abitanti. Affinché questo fenomeno non conduca al collasso delle metropoli e al crollo di qualità dell’esistenza, si deve intervenire con decisione su infrastrutture e servizi.
L’eguaglianza – citata in Obiettivo 10, ‘Reduce inequality within and among countries‘ – va ancora una volta richiamata. Quale condizione a base della civiltà, nonché della sicurezza che essa aspira a raggiungere. Infrastrutture resilienti, industrie sostenibili e innovazione (‘Build resilient infrastructure, promote sustainable industrialization and foster innovation’ SDG 9) sono altresì cruciali, con peculiare riguardo a trasporto pubblico e urbanistica.
L’intermodalità deve governare i trasporti, quale unica soluzione per abbattere le emissioni di particelle in atmosfera il cui grave impatto sulla salute pubblica continua a crescere. Servono mezzi pubblici a zero emissioni, piste ciclabili e micromobilità elettrica. (6) Eliminare le barriere architettoniche, con buona memoria di uno dei trattati ONU più barbaramente disattesi, la Convention on the Rights of Persons with Disabilities (CRPD).
Servono più spazi verdi, per contaminare la concrete jungle con ossigeno e magari anche buon cibo, grazie anche all’agricoltura contadina. La gestione virtuosa dei materiali, in omaggio alla scala di Lansink, costituisce poi la premessa per la drastica riduzione e il corretto smaltimento dei rifiuti. Su cui tanto ancora va fatto, per ridurre l’inquinamento da microplastiche in particolare.
La rivoluzione digitale viene indicata dagli Autori dello studio come la sesta trasformazione necessaria. Il dilemma verte sulla possibilità di rendere l’innovazione tecnologica uno strumento dalle esternalità totalmente positive. Più ancora che in altri casi, la speranza qui tende verso l’utopia. A fronte di uno scenario distopico ove la concentrazione di potere nelle mani di un ristretto manipolo di colossi privati continua a sfuggire alle attenzioni di tutti. Connivenza, codardia o inedia? (7)
L’innovazione tecnologica – come l’agricoltura, per citare altro esempio di concentrazione aggregata su scala globale che usa le popolazioni come cavie di laboratorio – può avere i suoi ‘effetti collaterali’. Gli Autori indicano il rischio della perdita di posti di lavoro e suggeriscono un impiego ragionato degli strumenti tecnologici a disposizione, quale mezzo per raggiungere standard di vita adeguati per tutti. La mano invisibile del mercato sarà così saggia?
La speranza è sempre l’ultima, illusioni e false promesse le prime a cadere.
Dario Dongo e Giulia Caddeo
(1) https://marianamazzucato.com/research/un-sustainable-development-goals/
(2) Sachs, J.D., Schmidt-Traub, G., Mazzucato, M., Messner, D., Nakicenovic, N., Rockström, J. (2019). Six transformations to achieve the Sustainable Development Goals. Nature Sustainability volume 2, pages 805–814 (2019). doi.org/10.1038s41893-019-0352-9,
(3) http://www.iiasa.ac.at/web/home/research/twi/TWI2050.html
(4) Un lodevole esempio di contribuzione ai valori sociali condivisi (CSV, Contributing to Social Values) è offerto dalle cospicue donazioni fornite dal gruppo Esselunga – € 67 milioni, nelle prime 4 edizioni del programma ‘Amici di scuola’ – a oltre 10.000 plessi scolastici italiani. Si veda l’articolo https://www.greatitalianfoodtrade.it/progresso/dalle-scuole-alle-spiagge-brillanti-iniziative-della-gdo-in-italia
(5) Sul concetto di decarbonization, si veda https://www.sciencedirect.com/topics/economics-econometrics-and-finance/decarbonization. V. anche http://deepdecarbonization.org
(6) L’intermodalità nei trasporti delle persone si basa sull’uso combinato di più mezzi per coprire i percorsi. Privilegiando i mezzi pubblici per le distanze medio-lunghe, la mobilità leggera (es. bici anche elettriche) per quelle più brevi.
Il trasporto intermodale si caratterizza per la funzionalità delle apposite strutture di interscambio, c.d. nodi intermodali, ove è possibile cambiare mezzo di trasporto. La funzionalità di un nodo intermodale è legata al numero di infrastrutture di trasporto disponibili (es. treno, metro, bus, piste ciclabili e bike-sharing), all’ubicazione lungo le principali rotte di percorso, al massimo volume di traffico sostenibile
(7) Il fronte occidentale si preoccupa per il sorpasso cinese nella tecnologia 5G. Nessuno però presta attenzione al dominio globale di Big Data da parte di una decina di Corporation USA (L’esempio di Amazon, su https://www.greatitalianfoodtrade.it/idee/amazon-l-internet-of-things-all-assalto-del-retail-fisico-cosa-come-che-fare). Né, ça va sans dir, si presta cura al monopolio privato della ricerca sull’intelligenza artificiale. V. Cade Metz, When the A.I. Professor Leaves, Students Suffer, Study Says. New York Times, 6.9.19, https://www.nytimes.com/2019/09/06/technology/when-the-ai-professor-leaves-students-suffer-study-says.html
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.