Era il 2021 quando Alexandria Ocasio-Cortez, la deputata statunitense “star” dei democratici, si presentava al Met Gala indossando un abito bianco con la scritta rosso sangue “Tax the Rich”. “Tassare i ricchi” è richiesta che viene da più campagne della società civile di fronte alle crescenti disuguaglianze, denunciate a cadenza regolare e sempre più tangibili nella diffusione della povertà e nel gap che sempre più separa ricchi e poveri. E ora in Europa arriva un’iniziativa dei cittadini europei (ICE) che chiede il contributo delle grandi fortune per un fisco più equo – e con esso, una società più giusta.
L’11 luglio 2023 la Commissione europea ha infatti registrato l’iniziativa “Tassare i grandi patrimoni per finanziare la transizione ecologica e sociale” che chiede a Bruxelles di istituire un’imposta europea sui grandi patrimoni e le grandi fortune (1).
L’iniziativa dei cittadini europei chiede dunque alla Commissione di introdurre un’imposta europea sulle grandi fortune (2). Una tassa sui grandi patrimoni che rappresenti una “risorsa propria dell’Unione”, il cui gettito verrebbe destinato a sostenere le politiche europee di transizione ambientale e di cooperazione allo sviluppo, e che contribuirebbe sia alla lotta contro la crisi climatica sia a quella contro le crescenti disuguaglianze.
Nel comitato promotore ci sono fra gli altri l’economista francese Thomas Piketty; il segretario generale di Oxfam Danimarca; rappresentanti dell’associazione Tax me Now: ereditieri che chiedono una maggiore tassazione del capitale in nome della giustizia fiscale, attivi in Germania, Austria e Svizzera.
La proposta parte dal riconoscimento delle molteplici crisi che l’Europa sta attraversando da un decennio a questa parte. Crisi economiche, sanitarie, ambientali, sociali, politiche.
“Queste crisi sono sintomatiche del fallimento delle politiche economiche, fiscali e sociali attuate dai governi nazionali e dall’Unione Europea, che hanno minato i sistemi sanitari, i servizi pubblici, la tutela dell’ambiente, la lotta alla povertà e all’esclusione sociale” (3).
Fra gli obiettivi della Ue ci sono la promozione del benessere dei cittadini, la lotta all’esclusione, la garanzia di giustizia e protezione sociale. Le istituzioni europee si sono impegnate a garantire uguaglianza ed equità fiscale. Eppure “le disuguaglianze sono costantemente cresciute, al punto che oggi l’1% più ricco della popolazione mondiale possiede quasi la metà della ricchezza globale e quello stesso 1% emette anche più CO2 della metà più povera del pianeta”.
“Per affrontare queste sfide è essenziale riorientare radicalmente l’Unione europea verso una transizione climatica giusta e democratica”.
Si tratta allora di “consolidare le politiche per la transizione ecologica e sociale”, sulla scia di diverse iniziative che già vanno in questa direzione (come il Green Deal) attraverso “l’istituzione, su iniziativa della Commissione europea, di un’imposta sui grandi patrimoni”.
La patrimoniale sulle grandi fortune disegnata dai promotori dell’iniziativa risponderebbe alle richieste di società civile, scienziati, politici, un movimento che evidenzia la necessità di una tassazione più equa e giusta – Tax the Rich, appunto.
Secondo la proposta, servono tre interventi legislativi:
1 – La Commissione europea dovrebbe prima di tutto elaborare una proposta di direttiva per istituire un’imposta europea sui grandi patrimoni sulla base dell’articolo 115, TFUE.
2 – Serve poi un’azione legislativa che faccia in modo che l’imposta sui grandi patrimoni contribuisca al sistema delle risorse proprie dell’Unione europea.
3 – Terzo e ultimo passaggio, “la nuova risorsa propria derivante dall’imposta sui grandi patrimoni dovrebbe essere collegata ad una transizione ecologica e sociale equa, attraverso le relative politiche dell’Unione e degli Stati membri. Invitiamo pertanto la Commissione europea a presentare proposte di regolamento volte a rafforzare il Dispositivo per la ripresa e la resilienza, i fondi collegati al Green Deal e alla politica di coesione”.
Se ne può discutere. Si farà? L’iniziativa dei cittadini europei è un esercizio di democrazia che permette ai cittadini di far sentire la loro voce nelle politiche europee. Nel dettaglio, è uno strumento previsto dal Trattato di Lisbona per dare modo ai cittadini di influire sul programma di lavoro della Commissione.
Una volta registrata ufficialmente permette a un milione di cittadini provenienti da almeno sette Stati membri di chiedere alla Commissione europea di proporre atti giuridici nei settori di sua competenza.
Bruxelles ha ritenuto l’iniziativa sulla tassazione dei patrimoni giuridicamente ammissibile. Ma questo è solo uno dei primi passaggi. Bisogna appunto ottenere il sostegno di almeno un milione di cittadini, entro 12 mesi, con un numero minimo di firme in almeno sette stati membri e presentare l’iniziativa (4).
La Commissione europea illustrerà poi l’eventuale azione che intende proporre in risposta all’iniziativa e i motivi della decisione di agire o no. La risposta assumerà la forma di una comunicazione formalmente adottata dai commissari e pubblicata in tutte le lingue ufficiali dell’Unione. Se lo ritiene una risposta adeguata, Bruxelles può decidere di preparare un atto legislativo, ma non è tenuta a proporre un atto giuridico. Il seguito di un’ICE potrebbe anche non essere un’iniziativa di natura legislativa. Intanto però la richiesta dei cittadini è stata messa nero su bianco.
Sabrina Bergamini
(1) Iniziativa dei cittadini europei: la Commissione decide di registrare un’iniziativa per l’imposizione dei grandi patrimoni nell’UE. https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_23_3741
(2) Tassare i grandi patrimoni per finanziare la transizione ecologica e sociale. https://europa.eu/citizens-initiative/initiatives/details/2023/000006_it
(3) Tax the Rich. https://www.tax-the-rich.eu/
(4) ICE. Come funziona. https://europa.eu/citizens-initiative/how-it-works_it