La crisi ambientale sta danneggiando la nostra salute mentale. Il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) dedica a questa emergenza un focus sugli effetti nocivi dell’inquinamento acustico e atmosferico, la dispersione di rifiuti chimici e il surriscaldamento del pianeta.
In occasione della Giornata per la salute mentale (10 ottobre), la più importante autorità ambientale globale ha reiterato l’allarme, indicando soluzioni concrete per invertire la rotta.
Il rumore incessante caratterizza gran parte delle città. Gli agglomerati urbani continuano a crescere, per l’arrivo di persone in cerca di lavoro e migliori condizioni di vita. Ma le maggiori opportunità comportano anche l’esposizione degli abitanti a livelli elevati di inquinamento acustico.
Traffico stradale e ferroviario, aeroporti vicini ai centri abitati, industrie causano un rumore continuo che compromette la salute mentale delle persone interrompendo il loro sonno.
Secondo le stime, in Europa 22 milioni di persone soffrono di disturbi cronici da rumore e 6,5 milioni sono affetti da disturbi del sonno. I più a rischio sono gli anziani, le donne incinte e i lavoratori turnisti.
Per migliorare la salute mentale dei cittadini e mitigare gli effetti negativi dell’inquinamento acustico, lo studio Frontiers 2022 di UNEP suggerisce di aumentare la vegetazione negli ambienti urbani per assorbire l’energia acustica e ridurre l’amplificazione stradale.
Alberi, arbusti, pareti e tetti verdi, inoltre, generano effetti visivi positivi e attirano la fauna selvatica urbana. I suoni naturali, come il cinguettio degli uccelli, trasmettono la tranquillità di trovarsi in un ambiente sicuro, che quindi riduce l’ansia. (1)
La buona qualità dell’aria è un lusso per pochi. Il 99% della popolazione mondiale respira aria con livelli di inquinanti superiori alle linee guida OMS. E 7 milioni di persone muoiono prematuramente proprio a causa dell’inquinamento atmosferico, ha ricordato Inger Andersen, direttore generale UNEP. (2)
Anche la salute mentale è compromessa. In particolare quella dei bambini, per i quali l’esposizione a livelli elevati di inquinamento atmosferico potrebbe causare problemi psicologici e comportamentali, incluso l’ormai noto disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), ansia e depressione. (3)
Le misure per migliorare la qualità dell’aria nelle città sono state richiamate dalla piattaforma d’azione BreatheLife, una partnership tra OMS, UNEP, la Climate and Clean Air Coalition (CCAC) e la Banca Mondiale.
Si tratta di cambiamenti ormai molto praticabili, come aumentare la mobilità elettrica, a piedi e in bicicletta, creare più spazi verdi, ridurre l’inquinamento atmosferico causato dall’industria, i trasporti, la gestione dei rifiuti etc. Misure purtroppo inutili nei confronti delle microplastiche, che come abbiamo visto permeano l’aria e penetrano nei nostri polmoni. (4)
Purtroppo, la strada è ancora lunga, come mostra il contatore del sito BreatheLife, che indica le vittime dello smog nelle varie città. Oltre 37mila a Berlino, più di 29mila a Roma, 16mila a Parigi, 13mila a Madrid, per citare qualche esempio.
Le sostanze chimiche disperse nell’ambiente sono anch’esse un problema di salute globale.
Il piombo ha conclamati effetti nocivi sulla salute mentale dei bambini. E purtroppo, come documentato da Unicef, un bambino su tre ha piombo nel sangue a livelli che possono essere associati a diminuzione dell’intelligenza, difficoltà comportamentali e problemi di apprendimento. (5)
Le misure di contenimento di questa forma di inquinamento sono ancora insufficienti.
Depressione, ansia, stress sono la punta dell’iceberg dei disturbi mentali associati agli effetti nefasti dei cambiamenti climatici. Ormai alluvioni, ‘bombe d’acqua’, siccità estrema, livelli di calore insostenibili sono la regola in tutto il pianeta. Le perdite economiche e sociali che ne derivano scatenano ansia e angoscia. Si pensi ai territori delle Marche, coltivazioni, case, attività commerciali devastati pochi giorni fa da un evento meteo estremo.
Invertire la tendenza che ci ha condotti fin qui è impresa ardua, ma meritevole di speranza. Un incoraggiamento viene dalla resilienza della natura, che in poche settimane di lockdown per pandemia ci ha rivelato una capacità di recupero stupefacente.
Il cambiamento è già tracciato, per chi vorrà attuarlo. L’UNEP è in prima linea a sostegno dell’obiettivo dell’Accordo di Parigi di mantenere l’aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2 °C e puntare – per sicurezza – a 1,5 °C, rispetto ai livelli preindustriali.
I singoli cittadini-consumatori possono fare la propria parte ogni giorno. Per un attivismo più largo, le azioni ‘virtuose’ possono venire condivise scaricando sullo smartphone la app ‘A world in support of ActNow’.
(1) Frontiers 2022: Noise, Blazes and Mismatches. UNEP. 17.2.22 https://www.unep.org/resources/frontiers-2022-noise-blazes-and-mismatches
(2) Inger Andersen. One Health on the global map. 28th Tripartite Annual Executive Meeting. 17.3.22 https://www.unep.org/news-and-stories/speech/one-health-global-map
(3) V. rapporto UNICEF Danger in the Air. Dicembre 2017 https://www.unicef.org/sites/default/files/press-releases/glo-media-Danger_in_the_Air.pdf
(4) Marta Strinati, Dario Dongo. Microplastiche anche nei nostri polmoni. Lo studio britannico. GIFT (Great Italian Food Trade). 12.4.22
(5) The toxic truth. Unicef https://www.unicef.org/reports/toxic-truth-childrens-exposure-to-lead-pollution-2020