I bambini sono le prime vittime di guerre e catastrofi naturali. Un bambino su quattro vive in Paesi afflitti da conflitti e calamità naturali. Unicef lancia l’appello per l’Azione Umanitaria 2020.(1)
‘Oggi il numero dei bambini che hanno bisogno di assistenza umanitaria è il più alto che mai, da quando ne teniamo traccia. Un bambino su 4, nel mondo, vive in Paesi colpiti da guerre o disastri naturali. Questo numero senza precedenti di bambini costretti a lasciare le proprie case rende necessaria con urgenza un’azione di protezione e assistenza.
I conflitti restano le cause principali, insieme a fame, malattie infettive ed eventi estremi legati al cambiamento climatico, che costringono milioni di persone a dipendere dagli aiuti internazionali’ (Henrietta Fore, UNICEF, direttore esecutivo. V. nota 2)
Paradossalmente, ‘il numero di Paesi in conflitto è al suo apice dall’adozione della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989’. (1) Nell’anno che si ricorda per la caduta del muro di Berlino e lo smantellamento della cortina di ferro, con la dissoluzione dell’URSS, sono venuti meno gli equilibri geopolitici di potenze contrapposte che per quattro decadi avevano garantito un livello di conflitti relativamente contenuto.
Con la fine della Guerra Fredda si è così aperta una stagione di disordini bellici a livello planetario, tuttora in corso, le cui prime vittime sono appunto i bambini. Oltre alle donne, i disabili e gli anziani. Le persone fisicamente più deboli, va da sé, sono le prime a soccombere di fronte ai conflitti e alle crisi umanitarie. Crisi che generalmente approdano sul mainstream media quando è troppo tardi. (3)
L’assalto alla Siria ha costretto quasi 11 milioni di persone al bisogno di assistenza umanitaria. Oltre due milioni e mezzo di bambini siriani sono rifugiati in Turchia – ove vengono pure sfruttati per le raccolta delle nocciole – nonché in Libano e Giordania, Egitto ed Iraq.
Nello Yemen, secondo Unicef oltre 368mila bambini sotto i 5 anni rischiano la morte per la malnutrizione acuta grave. Oxfam, che a sua volta opera nel Paese, stima in 2 milioni i bimbi yemeniti a rischio di malnutrizione. Evidenziando come #2su3 persone siano prive di accesso ad acqua potabile e servizi igienici. Ben oltre i già tragici livelli di carenze idriche a livello globale.
Altre crisi si segnalano in Afghanistan, ove 5 milioni di bambini sono preda di conflitti armati, catastrofi naturali. Ove si stima che ogni giorno 9 minori vengano uccisi da armi ed esplosioni (incluse quelle provocate da improvised explosive devices, IEDs). Almeno 6.500 gli uccisi, 15mila i gravemente feriti in un decennio. Nel Sahel centrale (Burkina Faso, Mali, Niger), ove 721mila bimbi sotto i 5 anni sono a rischio di malnutrizione acuta grave. E 610mila giovani sono stati privati dell’istruzione di base, a causa delle violenze che in 3 anni hanno costretto alla chiusura di 3mila scuole nell’ultimo triennio.
Si aggiunge il Venezuela, ove l’embargo espone 1,9 milioni di piccoli a necessità di aiuto. E nella Repubblica Democratica del Congo, già afflitta dalla rapina delle terre (finanziata da banche di sviluppo europee) in nome dell’olio di palma. Ove il virus Ebola ha già colpito più di 3mila persone, oltre 900 bimbi, e va ad espandersi in Burundi, Ruanda, Sud Sudan, Uganda. Senza dimenticare la Repubblica Popolare di Corea, ove il clima siderale e l’interminabile embargo sono causa di grave insicurezza alimentare.
‘In tutto il mondo, più di 30 milioni di bambini sono stati sfollati a causa del conflitto. Molti di loro sono stati ridotti in schiavitù, trafficati, maltrattati e sfruttati. Molti altri vivono in un limbo, senza status di immigrazione ufficiale o accesso all’istruzione e all’assistenza sanitaria’. (1)
I piccoli migranti spesso viaggiano da soli e altrettanto spesso spariscono dai radar delle istituzioni. Da minori non accompagnati diventano ‘fantasmi’, soggetti a maggiori rischi di abusi, violenze e sfruttamenti. Un inferno che riguarda anche il Vecchio Continente.
‘Tra gennaio e i primi di settembre 2019, 57.000 rifugiati e migranti sono arrivati in Europa, un quarto dei quali bambini. I bambini – in particolare quelli che viaggiano da soli – sono vulnerabili agli abusi e allo sfruttamento, compresa la violenza di genere’. (1)
Serve un aiuto immediato per aiutare 59 milioni di bambini in tutto il mondo, ha annunciato l’Unicef a inizio dicembre. Chiamando gli indifferenti decisori politici e i privati all’appello per l’Azione Umanitaria per i Bambini 2020, ‘la più grande raccolta fondi di sempre’. (2) I bambini sono diventati obiettivi in prima linea, vittime di omicidi, gravi lesioni e traumi duraturi. Le emergenze umanitarie privano anche i piccoli di cibo nutriente, acqua e servizi igienico-sanitari, istruzione (4) e assistenza sanitaria.
L’organizzazione – che da 70 anni lavora per migliorare le condizioni di vita dei bambini e delle loro famiglie – stima la necessità di 4,2 miliardi di dollari, nei prossimi 12 mesi. Per raggiungere con aiuti di prima necessità 59 milioni di bambini in 64 Paesi, 95 milioni di persone considerando anche i loro familiari.
Pesano le guerre, ma anche le catastrofi naturali e gli eventi meteorologici estremi. Più di mezzo miliardo di bambini, spiega ancora l’Unicef, vivono in zone dove le inondazioni sono frequentissime e quasi 160 milioni in aree dove aumenta l’impatto della siccità.
Curare la malnutrizione, vaccinare il morbillo e altre malattie infettive, garantire l’accesso all’acqua potabile e all’istruzione sono gli obiettivi che Unicef si prefigge per la sua Azione Umanitaria nel 2020. In pratica, si intende curare dalla malnutrizione acuta grave 5,1 milioni di bambini e vaccinare contro il morbillo 8,5 milioni di bambini. Garantire a 28,4 milioni di persone l’accesso ad acqua potabile e igiene personale. Fornire assistenza psicologica e servizi di salute mentale a 4,5 milioni tra bambini e genitori.
Intervenire, anche in fase preventiva, sui rischi legati alla violenza di genere che interessano primariamente 1,4 milioni di donne e bambini. E ancora, garantire l’accesso alle scuole – formali e informali – anche per la prima infanzia, a 10,2 milioni di bambini.
Con buona memoria degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) in Agenda ONU 2030? Porre fine alla povertà e alla fame, assicurare la salute, l’istruzione di qualità, la disponibilità dell’acqua, l’uguaglianza di genere. A quando?
Dario Dongo e Sabrina Bergamini
Note
(1) UNICEF (2019). Appello per l’Azione Umanitaria per i Bambini 2020, Humanitarian Action for Children – HAC
https://www.unicef.it/Allegati/UNICEF_Humanitarian_Action_for_Children_2020_Overview_ITA.pdf
(2) Unicef (2019). Appello sulle emergenze 2020, la più grande raccolta fondi di sempre
https://www.unicef.it/doc/9563/appello-umanitario-2020.htm
(3) Per (dis)onor di cronaca, le notizie delle crisi umanitarie giungono all’attenzione dei grandi media italiani anche in occasione di presunti allarmi sulle migrazioni. Allorché i politici di turno inneschino dibattiti sulla ‘identità’ dei migranti, ‘economici’ e non. Migliaia di disperati che spesso provengono e quasi sempre transitano da Paesi martoriati dalle guerre (realizzate con armi fornite dai Paesi del Nord del mondo). Nel rituale silenzio sulle loro cause e sui milioni di sfollati inter-regionali
(4) Circa 3,7 milioni di bambini, pari al 43% della popolazione in età scolare, tuttora non vanno a scuola. Con particolare incidenza nelle aree rurali, e prevalenza delle bambine e ragazze
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.